Recensione "Erkalya: l'alba delle tenebre" di Eleonora Zaupa
Buonasera a voi, splendide persone, e buona Immacolata. Oggi vorrei portare all'attenzione un fantasy self che mi ha lasciato piacevolmente compiaciuta. "Erkalya: l'alba delle tenebre" di Eleonora Zaupa il primo della dilogia fantasy di Erkalya.
Una ragazza si desta tra cadaveri, fiamme e polvere. Un villaggio distrutto, una terra che non conosce. Non sa dove si trova, non sa chi è, non ricorda nemmeno il suo nome. Tantomeno sa dove andare, fino all'incontro con Andrael. Lui sembra sapere chi lei sia ma nasconde dei segreti. Le tace delle verità e lei può solo sperare che esse si svelino al momento giusto. Andrael, Cavaliere del Drago, ha un compito ben preciso, una missione che deve portare a termine a ogni costo. Lui, però, non aveva previsto la ragazza. Non aveva previsto di salvarla, di aiutarla, di portarla con sé e, per lei, dover rimandare la missione. Perché la ragazza è la chiave di volta che può far tornare le cose alla normalità sull'isola di Erkalya. Insieme, dovranno attraversare lande desolate ma anche infuse di mistero e di Koagral alla ricerca della verità. Conosceranno personaggi inquietanti che si ribellano alla propria
Bene, iniziamo coi lati positivi: mi è piaciuta molto l'ambientazione. Un'isola devastata dalla guerra civile, una protagonista senza passato che si risveglia in un terreno arso e circondata da cadaveri. Situazioni politiche delicate e corruzione fin dentro gli ordini religiosi. Eleonora Zaupa è riuscita a creare un mondo interessante, approfondito dai vari estratti che accompagneranno il lettore durante il viaggio. Penso sia un metodo alternativo molto utile per evitare infodump e approfondire la storia del mondo.
Ammetto di aver preferito i personaggi secondari rispetto alla protagonista, ma forse è un tratto comune in molti fantasy. Nonostante ciò, la protagonista non è assolutamente un personaggio passimo, ma forte e determinato. Andrael è colui che ho apprezzato di più: la sua continua lotta tra la verità e la sua missione, il suo tumulto interiore mi hanno affascinato. Edan è un personaggio moralmente ambiguo e sebbene abbia un ruolo "minore" nella storia, è riuscito a catturare la mia attenzione perché nonostante cerchi di scappare dall'ombra paterna, finisce egli stesso per essere un personaggio macchiavellico. Jhers è una ment deviante, un difetto di fabbrica. Considera l'allearsi coi protagonisti un atto di libero arbitrio e sfida nei confronti del tiranno suo creatore.
Altro elemento che ho apprezzato moltissimo: i draghi non sono creature
dipendenti dal proprio cavalieri, ma collaboratori. Possono mandarli a
quel paese in qualsiasi momento e sono esseri molto intelligenti. Unica
perplessità è la storia della perla: è vero che è uno strumento spesso
associato ai draghi orientali, come fonte di potere, ma è un po' strano
il parallelismo con gli Eldunari di Eragon. Spero che le similitudini finiscano lì.
Ora passiamo ai lati
negativi: la parte finale non la chiamerei epilogo, in quanto è
semplicemente la conseguenza dell'azione del capitolo precedente.
L'epilogo dovrebbe essere lo snocciolamento di tutta la sua storia.
Parere personale, ovviamente.
Gli antagonisti non li ho trovati
molto approfonditi, forse il prossimo libro potrà analizzare meglio la
figura del tiranno e dei suoi sottoposti, in quanto questa storia è solo
l'introduzione.
Piccola nota: ( pagina 87) come fa Andrael a
sapere esattamente l'ora ( le tre di notte per la precisione) se sono
completamente sprovvisti di strumentazione, in un giorno artificiale
creato da una magia accidentale della protagonista? Cioè mi sembra improbabile sia così preciso, sopratutto senza nemmeno elementi naturali per orientarsi ( come le stelle, dato che sono dentro un giorno artificiale).
La profezia del drago annunciata subito mi ha fatto storcere un po' il naso, ma non lo considero un elemento totalmente negativo.
Nonostante ciò, consiglio questo libro e non vedo l'ora di leggere il seguito. (Ricordatevi che a gennaio sarà annunciata la data di apertura alle recensioni!)
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