Recensione di "Ritratti" di Matteo Iolita e "L'ultimo Eroe" di Diego Tonini

Meow, eccoci qua per una nuova recensione. Vi piace il mio ritratto in stile vittoriano? Tranquilli, non ho mangiato il topino (Mr. Chicco) che ha posato con me, anche se devo dire che il poveretto ha avuto un infarto poco dopo aver finito il dipinto. Mr. Chicco, riprenditi.
Detto questo, vorrei parlarvi di un libro molto curioso e speciale, ovvero Ritratti di Matteo Iolita.
Trama: "Riccardo riunisce ormai da una vita oggetti inesistenti. Ama cercarli nei non luoghi, gli unici spazi nei quali ha la possibilità di non trovarli. È grande poi la cura che mette nel ricercare ove non possano essere collocati nella sua casa, e altrettanto grande è la sua cura nel non posizionarli in seguito. Stanze da sempre vuote aspettano di essere riempite. Stanze mai riempite aspettano il vuoto che le colmi. Quando Riccardo permetterà ad altri di visitare la sua collezione, molti si accorgeranno di quanto drammatica sia stata la sua scelta: una volta definito l’inesistente, quello che rimane non può che essere un’illusione.".

 Che dire, questo libro è molto originale, soprattutto nella struttura. Ogni capitolo equivale ad un nome, un microuniverso, una persona con le sue piccole manie ed i suoi sogni.
Ritratti è un viaggio metaforico, una fiaba, un libro surreale.
Non ho trovato errori in questo libro, devo dire che la struttura originale e lo stile scorrevole gli abbiano fatto guadagnare un bel 10/10, il che è difficile da raggiungere.
Lo consiglio caldamente a chi vuole una brezza nuova nella lettura.

Ed ora passiamo al prossimo libro dove ono presenti tinte di fantasy eroico per poi sfumare nell'ironia. Let's talk about "L'ultimo eroe" di Diego Tonini.
"Cosa accadrebbe se l’unico sopravvissuto della propria stirpe ricevesse una lettera che lo proclama Ultimo Eroe? Senza più danaro né amici, Lorin di Fakerstone, l’ultimo dei Nani Cornuti, baratterà il suo onore pur di intraprendere il viaggio che lo porterà fino alla Città Imperiale di Okkervill, dove potrà reclamare ciò che gli spetta di diritto."

Questo romanzo corto (24 pagine) strizza l'occhio ai soliti clichés dei fantasy classici, come ad esempio "l'eroe, ultimo della sua stirpe, che deve vendicarla e bla bla bla. Ammetto che l'ho trovato divertentissimo, il nostro "eroe" è un nobile analfabeta, sbruffone ed imbranato a cui capitano di tutti i colori. Alla fine la sua arroganza riceverà una lezione in un finale che fa ridere e riflettere... anche se ironicamente il finale l'ho considerato il punto debole del romanzo, piu che altro perché sembra aperto e mi ha lasciato spiazzato.
Detto questo, si merita un bel 9/10.




 Vi do un abbraccio peloso e arrivederci al prossimo post. Miaooooooo!



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