"Xsegreto" di Osvaldo Neirotti
Miao, benvenuti a questa nuova puntata letteraria. Oggi parleremo
di “X segreto” di Osvaldo Neirotti, distribuito dalla casa editrice “Il
Viandante”. Premetto che il libro nacque da un gioco di ruolo inventato dallo
stesso autore ed il marchio è rimasto sia nei personaggi sia in alcuni elementi
della trama.
“Egli si trova tra due mondi, il presente di una
piccola realtà piemontese fatta di famiglia, società e l’immaginario dei
racconti che spesso aiutano a scoprire verità, ma anche a nascondersi. Etrar è
il mondo raccontato, l’altra faccia di noi stessi; ospita personaggi fantastici
che traggono origine da miti e leggende della nostra storia. Si racconta di
maschere che influenzano la vita di venti amici, una ribellione da se stessi,
un racconto che parla al lettore di come trovare le proprie verità. Spesso basta
un piccolo sussulto, un attimo, un battito di ali per cambiare.
Solo scopre che è rinchiuso in una prigione, scappa, corre e si nasconde; sta per uccidersi quando trova l’amicizia di un drago. Inizia a credere che al di fuori dei propri pensieri c’è una vita…”
Solo scopre che è rinchiuso in una prigione, scappa, corre e si nasconde; sta per uccidersi quando trova l’amicizia di un drago. Inizia a credere che al di fuori dei propri pensieri c’è una vita…”
Iniziamo coi lati positivi del romanzo: presenta
un’ambientazione ricca di creature e folklore. Ogni razza è associata ad un
regno, il che mi ha riportato a “Viaggio nel Regno della Fantasia” di Geronimo
Stilton, dove ogni creatura aveva una nazione di riferimento: es Il regno delle
streghe, il regno dei giganti ecc.
In questa storia vi sono presenti degli “status”, le cui abilità sono confermate
o cambiate da un elisir chiamato “Il Cuore dell’imperatore”. Gli status sono
una strizzata d’occhio ai GDR come Pathfinder o DeD, un loro omaggio.
Sono presenti anche citazioni alla mitologia
terrestre oppure alla sua letteratura medievale, come re Artù e la spada di Sigfrido Gramr.
La presenza delle maschere che controllano i vari
sovrani è stata un’idea piuttosto particolare, quasi a sottolineare il fatto
che siano governatori fantocci nelle mani di un sovrano più potente. Solo, che
a conti fatti è il personaggio principale, indossa lui stesso una maschera.
Forse per nascondere un volto deturpato o forse come metafora
dell’imprigionamento dell’io da parte dei propri sentimenti.
I personaggi principali sono ben delineati,
sebbene siano piuttosto numerosi e ciò potrebbe causare qualche difficoltà
all’autore a memorizzare tutti i nomi.
Parlando dei lati negativi. Lo stile non mi è
proprio piaciuto. Anche se è volutamente narrato, pare più un resoconto di
un’avventura che un romanzo, dove prevale solo una descrizione frettolosa, con
pochissimi dialoghi. Le conversazioni più lunghe che riguardano i personaggi si
trovano alla fine, quando si raccontano barzellette su vampiri. Ciò ha influito negativamente sulla lettura e
sull'esplorazione dei pensieri e sentimenti dei personaggi.
Inoltre ci sono diversi infodump nella storia, che appesantiscono ulteriormente la
narrazione.
La citazione al Quenya di Tolkien l’ho trovata
fuori luogo, più che altro perché non si comprende il suo ruolo nella storia.
Solo riceve una pergamena in lingua Quenya, con delle precise istruzioni. Non
si hanno altre utilità nella storia. Sembra un po’ buttato lì, scusatemi il
modo di dire. Se avesse uno scopo premeditato, spero venga approfondito meglio
nel seguito. ( Tra parentesi, nonostante il giudizio negativo, faccio i
complimenti all’autore per aver studiato la lingua elfica).
Inoltre, i vari
ordini vengono scritti in numeri romani. Di norma, anche nei libri di
narrazione, gli ordini vengono scritti a parole. Tipo, il Primo cavaliere,
oppure andando ad intrufolarci nella nostra storia “Il Terzo ordine regolare di
San Francesco”. I numeri romani si usano, ad esempio, se vi è un nome di un
sovrano o un nobile , ma è sempre associato al nome proprio, non all’ordine, ad
esempio “Ordine civile di Alfonso X il Saggio”, che esiste realmente ed è un
ordine di origine spagnole. In questo caso il numero dieci (X) è associato ad Alfonso il Saggio, re di
Castiglia.
In conclusione, “X segreto” è un libro parecchio strano. Non
ne sconsiglio la lettura, però presenta
diverse pecche.
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