Recensione "Nytrya" di Federico Galdi. Viva gli astemi!


Miao, finalmente sono tornato per recensire libri, eh già, ho avuto parecchio da fare ma ho trovato un po' di tempo per leggere qualcosa. Ma non parliamo di ciò che ho fatto o non ho fatto, analizziamo lui, il protagonista di questo articolo "Nytrya" di Federico Galdi, primo volume di una trilogia.

"Sono passati venticinque anni da quando gli atlantidei hanno invaso la Frontiera, distruggendo, uno dopo l'altro, il regno dei nani di Khaemir, quello di Hesperia e quello di Delphoi. Hanno così soggiogato le popolazioni invase, rendendole schiave nei loro stessi territori. In questo contesto Myrddion, generale membro della famiglia imperiale, riesce a ottenere il trasferimento a un incarico lontano dai campi di battaglia e viene inviato a Nytrya, la miniera in cui il re dei nani Kennek, con i suoi figli Thorengreim e Bragion, è imprigionato. Sarà in questa occasione che l'atlantideo, per la prima volta, ascolterà la versione dei vinti."

Come possiamo notare, è pressoché palese il parallelismo tra la conquista coloniale atlantidea e quella spagnola nei riguardi delle popolazioni native. I popoli ameridi venivano bollati come gente malvagia e deprevata e per questo, secondo i conquistatori, era necessario schiavizzarli in quanto privi di anima.
Myrddion comprenderà che la storia è stata scritta dai vinti proprio dando parola e dignità al re dei nani, conoscendo l'altra parte del racconto. Dopo essere stato coinvolto in un complotto in quanto membro scomodo nella corte reale, deciderà di aiutare lo scorbutico Thorengreim a raccogliere alleati.


Federico Galdi è riuscito a creare un mondo con una ricca ambientazione e un'interessante storia: ogni popolo ha una sua cultura e mitologia, ad esempio Atlantide è più legata al pantheon greco, mentre la civiltà nanica a quello nordico. Ho trovato curioso che gli elfi adoravano gli stessi dei atlantidei, dato che sono creature del mito norreno. Eh sì, in questo libro sono piuttosto bastardi e razzisti, episodio curioso è l'anneddoto di razzismo tra minoranze: un mezz'elfo che perseguita un draconico, pur essendo entrambi disprezzati dagli elfi. Ricordatevi, lettori, che le discriminazioni esistono anche tra gruppi oppressi dalla maggioranza, credo che ciò sia dovuto alla sindrome del bullo: la persona diventa un prepotente per sfogarsi su altre più miserabili.
Interessante è anche la caratterizzazione dei draconici, soprattutto la differenza tra covati (figli di dragonesse e umanoidi) e partoriti (figli di draghi e femmine umanoidi), il che è molto simile alla realtà. Prendiamo ad esempio l'incrocio tra tigre e leone: una tigre femmina con un leone maschio genera un ligre, una leonessa con una tigre femmina un tigone. Il ligre è sterile, ma il tigone no (piccole perle scientifiche!).



I personaggi sono ben caratterizzati, diamine, adoro Jarl, quel piccolo tsunderino è adorabile. Inoltre, il personaggio di Thorengreim fa parte della rarissima specie dei nani astemi: già, è la conferma che anche loro possano preferire un bicchiere d'acqua a della birra. Gli astemi non sono gente malvagia, solo anticonformista! Myddoion è il personaggio che più di tutti dimostra un'evoluzione psicologica: grazie al suo confronto coi nani. Myddion capisce che anche loro posseggono un'anima e che la propaganda atlantidea aveva li aveva disumanizzati per meri fini economici. Unica pecca è il druido che è... il classico druido, all'ennesima potenza, pure vegetariano.

In conclusione, Nytrya si presenta come un buon inizio per un esordiente. Vi consiglio caldamente di recuperare i libri, poiché l'autore non ha intenzione di ristamparle. Quindi svaligiate amazon!


 

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