"Viento e Terra" di Luigi Gianpetraglia
Miao, miei curiosi lettori, benvenuti a questo nuovo episodio sulle recensioni. Avete ragione, è da un mese che non dò parere su qualcosa, ma purtroppo ho avuto da fare con diverse faccende cosmiche.
Bando alle ciance, iniziamo a recensire "Viento e Terra", di Luigi Gianpetraglia.
Mimì Sannazzaro, dopo dodici anni di assenza, torna a fare il poliziotto nel quartiere alla periferia di Napoli che lo ha visto ragazzo: San Giovanni a Teduccio.L’omicidio di una donna, uccisa in circostanze tutte da chiarire, lo costringerà ad indagare tra i suoi amici di un tempo e a ripercorrere, con la memoria, la spensierata giovinezza trascorsa in loro compagnia prima dell’età adulta; un passaggio obbligato, attraverso la linea d’ombra che segna il confine tra le acque calme dell’innocenza e quelle burrascose e infide del mare aperto della maturità; un viaggio che li porterà verso mete diverse e lungo rotte che un misterioso vento di terra tornerà ad incrociare per una tardiva, ultima traversata insieme.
Viento e Terra, titolo tratto dall'omonima canzone di Pino Daniele, è un thriller con sfumature psicologiche. Il protagonista Mimì indaga sul suo stesso passato e quello dei suoi amici in quanto dietro di esso si celano gli indizzi per risolvere il caso. Lui è un personaggio complesso, tormentato dal rimorso e dal desiderio di vendicare la donna che un tempo aveva amato.
Tramite le sue memorie e le relazioni tra i personaggi, vedremmo il cambiamento che ognuno del gruppo di amici ha subito dalla giovinezza all'età adulta: c'è chi è diventato un camorrista, chi un poliziotto, chi è finito sulla sedia a rotelle ecc.
Commenti