Recensione "Endora: Donne d'ombra e di spada" di Fernanda Romani

 

               



Buongiorno, mici ed amici, oggi recensirò, dopo molto tempo, il secondo capitolo di Endora, la terra delle donne dominatrici.

Per chi fosse curioso, qua troverà la prima recensione. 


Il Regno di Endora è una società matriarcale dove gli uomini vivono in condizioni di sottomissione. I più attraenti vengono avviati alla prostituzione fin da ragazzi diventando così "liberi amanti". Killiar era uno di loro; ambito e ricchissimo, si è innamorato e ha ceduto al matrimonio con una guerriera, Izrhad. Alla morte della moglie, ha perso tutto. Naydeia, ufficiale dell'Armata, era la migliore amica di Izrhad, la moglie di Killiar, ed è innamorata di lui da prima che loro si conoscessero. Daigo è un guerriero Aldair, a Endora può solo fare il mercenario sessuale per le donne dell'esercito. Costretto a prostituirsi per motivi religiosi, incontrerà Naydeia e Killiar sulla propria strada e questo potrebbe cambiare il suo destino. Mentre questi tre personaggi intrecciano le loro vite e i loro sentimenti nel corso di una campagna militare piena di insidie contro i feroci Qanaki, nella capitale, Omira, si dipanano intrighi dove la magia ha un ruolo fondamentale. Yadosh, l'unico uomo di potere del regno, sta cercando una pericolosa verità, nascosta nelle pieghe della Storia, ma troverà sulla sua strada nemiche spietate, decise a tutto pur di impedire che le cose cambino.

 

Se il primo  romanzo era una grossa introduzione al mondo di Endora, questo secondo capitolo è più dinamico: vediamo finalmente delle battaglie e maggiori intrighi politici, soprattutto dalla parte di Yadosh, unico uomo dotato di potere, che cerca di liberare il suo genere da una società matriarcale tossica, pur sapendo di dipendere totalmente dalla moglie: è grazie a lei se Yadosh ha il potere ed è proprio al loro rapporto che mireranno, perché un uomo ripudiato è un uomo senza diritti.

Insomma, Endora è un po' un mondo all'inverso, dove sono gli uomini vittime di una società tossica, che li ha rinchiusi in stereotipi. Proprio come le donne nella nostra realtà, vengono spesso sessualizzati e gli unici uomini veramente liberi sono i prostituti. Tale  condizione mi ha riportato alla mente quella delle donne nell'antica grecia, dove solo le prostitute d'alto rango potevano partecipare a banchetti e girare senza essere accompagnate da uomini.

Endora quindi non è un libro adatto a maschilisti o matriarche, due facce della stessa medaglia. I primi proverebbero imbarazzo nel vedersi vittime e le seconde nell'essere carnefici. Ma in fin dei conti è proprio questo che Endora ci mostra: l'unica società equilibrata è quella paritaria, in quanto la concentrazione di potere su un solo genere porta a disequilibri sociali. Prendiamo ad esempio di Tuareg: sono un popolo matriarcale di fede islamica, sono molto aperti per quanto riguarda la sessualità, ma in caso di divorzio la donna si prende tutto e all'uomo rimane il cammello. Insomma, non credo sia molto giusto, anche i cammelli andrebbero condivisi.

                                             

In questo libro vi è  un maggiore approfondimento di Daigo e Naideya, entrambi trafitti da un amore non corrisposto. Killiar è rimasto un po' uguale al libro precedente, un vedovo tormentato, costretto a un matrimonio in bianco con la migliore amica di sua moglie. Daigo proietta le sue frustrazioni su Killiar, vuole conquistarlo per poter fare una ripicca a Naideya, la donna di cui si è innamorato.

Ho trovato interessante lo scontro culturale tra Daigo e Killiar e la loro visione dell'essere uomo. I personaggi maschili di endora hanno personalità, non sono macchiette né divertimento per lettrici sadiche ( per quello ci sono altre storie). Il personaggio che ho ammirato di più è stato Yadosh, un uomo in bilico, un idealista pronto a tutto per raggiungere il suo scopo.

Ho notato come le donne sono rinchiuse nei loro stereotipi sessisti esattamente come lo sono gli uomini nella nostra società: non possono piangere (almeno, io non ne ho viste, ad Endora le donne paiono tutte "ferrose"), né scegliere quando diventare madre né mostrarsi deboli. Penso che anche mostrarsi sottomesse a letto potrebbe considerarsi umiliante e degradatorio per loro. Per mantenere il potere hanno usato compromessi mostruosi verso sé stesse e devo dire che potrebbe considerarsi una metafora della nostra società, ma coi generi invertiti.

Si è anche avuto un'assaggio degli abusi sociali che gli uomini, in particolare quelli sposati, subiscono. C'è proprio un gruppo di guerriere che si "diverte" a sedurre i mariti altrui affinché vengano uccisi o ripudiati e così rovinare le loro vite e quelle delle moglie. Se una donna accusasse un uomo di aver ceduto alle sue "lusinghe", la donna verrebbe quasi sempre creduta  a meno che non ci siano dei testimoni (possibilmente donne). Anche qua, la situazione è molto simile a quella di alcune società patriarcali, dove una donna per accusare un uomo di stupro deve portare quattro testimoni di genere maschile.

Insomma sì, Endora ci dimostra che l'abuso di potere non ha genere.

L'unica pecca, a mio parere, è il personaggio di Killiar in quanto l'ho percepito quasi uguale al libro precedente.

In conclusione, ho apprezzato questo libro e lo ritengo migliore del primo. Suggerisco la serie a chi magari volesse un'ambientazione insolita e contro corrente. Di solito i matriarcati vengono raffigurati positivamente nel fantasy, Endora è invece un'aspra risposta a certe ideologie estremiste. Solo la parità tra generi porta a una società equilibrana. La magia è quasi nulla, vi sono menzioni di sciamane e antichi incantesimi, ma il libro è decisamente un low fantasy, quindi potrebbe non piacere a chi ama la presenza costante della magia.



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