Recensione "Perpetual Life One" di Linda Talato. Qual'è il prezzo dell'immortalità?
Buongiorno, mici ed amici, oggi recensirò Perpetual Life One, un distopico molto interessante scritto da Linda Talato. Avviso che la recensione potrebbe contenere degli spoiler.
Come espresso dal titolo, la frase che potrebbe riassumere questo romanzo breve è "Qual'è il prezzo dell'immortalità?". Beh, lo scopriremo assieme.
Tamara Duerres sceglie di lasciarsi alle spalle un’esistenza che non la rende felice e di vivere per sempre grazie a un’iniezione. Il suo corpo smette di invecchiare da quel preciso giorno. Viene meno l’unica certezza di ogni esistenza umana, la sua inevitabile fine. Per Tamara, e tutti gli altri perpetui, l’eternità è un dono che ben presto rivela il suo lato oscuro.
Decine di anni dopo il trattamento, centinaia di uomini e donne che hanno ingannato il tempo iniziano a togliersi la vita, o almeno a provarci. L’azienda che ha brevettato il miracoloso siero viene travolta dalle accuse e scalata da un ambizioso individuo che promette una via d’uscita per tutti coloro che sono pentiti della loro scelta.
Il benefattore sfrutterà i suoi mezzi, e il frutto delle ricerche che ha finanziato, per restituire a Tamara ciò che lei ha scoperto di bramare sopra ogni altra cosa.
Ma è davvero un lieto fine?
Linda ci ha regalato un distopico filosofico molto interessante. Il frutto dell'immortalità ha un prezzo, l'uomo lo sa fin dal primo mito sussurrato negli eoni. Chi sfida gli dèi paga le conseguenze. E le hanno pagate i perpetui, esseri umani che accettano di non invecchiare.
L'immortalità non è solo qualcosa contro la natura umana, ma diventa
un'espressione di classismo e degradazione umana. La stessa percezione
del cervello cambia. Tale situazione mi ha ricordato Qilby di Wakfu: chi
è immortale verrà segnato dalla solitudine e dalla noia perché la vita
diventa un libro già letto. Tutti i Perpetui, coloro il cui processo di invecchiamento è stato bloccato, iniziano prima o poi a provare fascino per la morte per due motivi: è l'unica cosa che non potranno mai avere ed è anche l'unico mezzo per zittire la sofferenza del loro cervello. Il fatto che quasi nessuno abbia accettato un'assicurazione sulla vita dimostra come l'idea di immortalità posso aver fatto dimenticare che eternamente giovane non significa "invicibile" o "indistruttibile".
Il rapporto tra Tamara e Francesco è molto particolare perché nonostante le epoche, il loro sentimento è forse l'unica cosa realmente eterna. Tamara ribadisce più volte come le emozioni dei Perpetui ragiscano in maniera diversa (forse per sopravvivere al dolore di rimanere da soli), ma il sentimento che lei ha sempre nutrito per il suo ex marito, l'unica persona che abbia davvero amato, è forse il solo elemento realmente perpetuo della storia. Quindi può essere che le emozioni, essendo imprevedibili, possano essere l'unica cosa eterna nel mondo.
Tamara sogna addirittura che sua figlia possa essere la prole di Francesco, invece che del perpetuo Brian, a sottolineare come il suo amore per lui non sia svanito. Il sentimento di indifferenza e incomprensione verso la figlia può sottolineare come in realtà non l'accetta in quanto mortale e non figlia dell'uomo che ama.
Il finale del libro conferma l'eternità dei sentimenti tramite il "ritorno a casa" dopo secoli di separazione e l'accettazione della mortalità come parte del ciclo naturale.
Lo stile è accattivante, passando da
diversi punti di vista, ogni personaggio è ben caratterizzato e diventa
un puzzle che porterà il lettore a scoprire l'effetto collaterale
dell'eterna giovinezza.
Un bell'esordio per Linda, complimenti.
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