RECENSIONE DE "LA MASCA" DI LAURA RIZZOGLIO
Buonasera mici ed amici, oggi abbiamo come ospite un libro di NPS Edizioni che ci catapulta direttamente nel folklore piemontese: "La Masca" di Laura Rizzoglio.
I Tre Pini, uno scorcio di Langa piemontese del Dopoguerra, una borgata in cui tutti si conoscono tra di loro e dove ancora aleggia il ricordo dei racconti popolari su masche, mascon e maledissiun. Il ritrovamento del cadavere di una ragazzina getta un senso d'impotente terrore su tutta la comunità e mentre gli adulti cercano di fare luce su una cattiveria fin troppo umana, Lorenzo, Laura e la loro banda di amici decidono invece di affrontare la masca, l'anziana tacciata come strega, nel tentativo di avere giustizia per la loro sfortunata compagna di classe, portando alla luce verità scomode e impensabili.
"La Masca" è un romanzo che mi ha piacevolmente colpito: l'autrice riesce a trascinarti nella realtà quotidiana di un apparentemente tranquillo paese piemontese, durante i primi decenni del dopoguerra.
Questo paese sonnecchiante, timoroso di Dio e particolarmente superstizioso, risulta una trappola per molti personaggi, a cominciare dall'intelligente Angiolina, una bambina di undici anni che sogna una vita al di fuori della servitù a cui è sottoposta dalla famiglia adottiva.
Angiolina è un po' come la Masca del paese: un'emarginata a cui tutti attribuiscono ogni sorta di diceria. Le Masche sono le streghe nelle leggende piemontesi (più conosciute delle Vaine) ed erano molto temute dalla popolazione.
Sarà proprio il ritrovamento del cadavere di Angiolina a sconvolgere la comunità e la paria del villaggio, la Masca, diventerà la colpevole delle accuse dei paesani. Un gruppo di amici di Angiolina si troverà coinvolto in un terribile segreto ben più complesso della solita storia della "strega cattiva". Forse il male si nasconde non nel volto rugoso della misteriosa Lia, ma in quello dell'abitante qualunque.
Laura Rizzoglio è riuscita a tessere una trama intrigante, dove l'innocenza dei
bambini viene messa in contrasto con la vita perfida e corrotta di certi
adulti, pronti a sfruttare la superstizione per salvarsi la faccia. Ci sono
stati purtroppo casi di paesi omertosi, pronti a scaricare cattiverie di ogni
sorta su un capro espiatorio. Per certi aspetti mi ha ricordato "Eredità
di Carne" di Luigi Musolino oppure la leggenda della masca Micillina.
I personaggi sono ben caratterizzati, in particolare i bambini protagonisti, che fungono da sguardo della verità sugli eventi. Si mostra anche come le malelingue degli adulti li incattiviscono, rendendoli superstiziosi tanto quanto i genitori ed i nonni. Il paese è diviso in due fazioni: gli adulti meno superstiziosi e ragionevoli, come la maestra Margherita o la nonna del protagonista, e gli adulti avidi e meschini, come la famiglia adottiva di Angiolina.
L'autrice si è dimostrata anche conoscitrice delle leggende sulle masche: esse
infatti trasmettono il potere tramite l'eredità di oggetti in apparenza innocui
e di uso comune, come mestoli o scope. Questo atto verrà ripreso in una scena
che non posso descrivere, sarebbe spoiler, ma l'ho interpretata non solo come
il passaggio delle conoscenze arcane, ma anche il tentativo di porre speranza
nelle nuove generazioni per una società migliore.
La Masca inoltre è legata a un racconto presente nell'antologia Streghe
D'Italia, tale storia è uno spin off del romanzo.
In conclusione, consiglio caldamente la masca a chi amasse i fantasy cupi e coloro che sono amanti del folklore.
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