Recensione de "Lo Schiavo di Alender" di Vittoria Agostinelli.
Salve a tutti, mici ed amici, oggi ritorno dopo mesi di permanenza nel mio divano cosmico con una nuova recensione!
Vittoria si rivela ancora tra le mie scrittrici MM sicure, lo schiavo di Alender a mio parere è migliore del predecessore. Si affronta il punto di vista di Artame e un maggiore approfondimento dei personaggi.
Ho adorato la caratterizzazione di quest'ultimi, Ektor è il mio preferito. Una persona onorevole in una società sfruttatrice, sebbene anche lui abbia avuto momenti di debolezza e ne è rimasto disgustato da sé stesso. È un recluso tra i nobili, preferendo la solitudine agli intrighi di potere ed è progressista per la società artamese.
Ho apprezzato come Vittoria abbia descritto il disturbo da stress post traumatico in Laryan, dopo aver sofferto indicibili cose ha paura del contatto fisico. Non a caso l'intero libro si concentra anche sulla sua guarigione dal trauma e sulla possibilità di amare di nuovo.
Forse l'unica pecca è la caratterizzazione di alcuni personaggi secondari, come Rowan, la sorella di Laryan, ma anche i servi di Ektor hanno una buona rappresentazione.
La storia d'amore ricorda la bella e la bestia, anche se a mio parere sia Ektor che Laryan sono entrambi due persone traumatizzate. La storia d'amore raggiunge il suo culmine quando Laryan finalmente accetta di fidarsi di Ektor e lasciarsi toccare.
Sì vede finalmente il punto di vista della società artamese: sono più brutali ma anche più onesti nelle intenzioni. Chiamano schiavi come tali, non "servi della gleba", è una società con usi e costumi particolari ed è interessante come uomini e donne liberi artamesi possano servire nell'esercito.
Osserviamo gli eventi de Il Ribelle di Alender da un occhio esterno e lontano, ma molti eventi importanti appariranno anche in questo libro.
Consiglio il libro a: gli amanti delle storie d'amore graduali, se avete amato la bella e la bestia e le situazioni politiche complesse
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