INTERVISTA A VITTORIA AGOSTINELLI, "IL RIBELLE DI ALENDER" SAGA EDIZIONI
Buonasera mici ed amici, oggi avremo come nostra ospire un volto conosciuto, già presente in diversi nostri articoli: Vittoria Agostinelli.
Cosa bolle in pentola? Ma naturalmente il suo nouovo libro, pubblicato da Saga Edizioni: "Il Ribelle di Alender", ma bando alle ciance, diamo la parola a Vicky:
Ciao Viky raccontaci un po' di te, com'è nata la tua passione per la letteratura in particolare il genere mm?
Ciao
e grazie per lo spazio che mi stai dedicando nel tuo blog.
La mia passione per la lettura è nata quando ero bambina e non se n’è mai
andata. Una storia d’amore che dura da tutta la vita, insomma. L’attrazione per
la tematica M/M nasce nell’adolescenza, quando ho scoperto per la prima volta i
manga yaoi, le fanfiction e i racconti originali a tema omosessuale pubblicati
online e la letteratura LGBT+.
Ci sono altri generi che tu prediligi?
Certamente. I miei generi preferiti sono il fantasy, lo storico, il fantasy-storico e il gotico, ma in generale sono una lettrice abbastanza onnivora. Essendo l’M/M una tematica, mi piace vederla applicata a qualunque genere, ma leggo anche libri che non la contengono.
Cosa ti affascina della letteratura mm e se dovessi spiegarla ai profani come la definiresti
Parlare di omosessualità spesso porta con sé tutto un pathos che inevitabilmente affascina e colpisce. Essendo purtroppo qualcosa di non ancora del tutto accettato in molti contesti, può dare vita a storie di forte intensità. Inoltre l’omosessualità maschile mi rimanda a concetti classici, a come per esempio veniva considerata nell’antichità; mi viene in mente soprattutto l’antica Grecia. E al concetto di due virilità che si incontrano e che, nell’atto sessuale, si sottomettono l’una all’altra senza per questo perdere di virilità, anzi accrescendola nel reciproco donarsi. Insomma, un immaginario che indubbiamente può risultare molto affascinante e interessante.
Se dovessi spiegare i libri a tematica M/M a chi non ne sa nulla, direi che si tratta semplicemente di amore, non poi così diverso da quello che si può trovare in titoli con relazioni eterosessuali, se non forse in una rappresentazione maschile diversa, più sensibile, spesso meno tossica. Ma naturalmente questo dipende anche dal singolo titolo e dalla penna dell’autore, non voglio generalizzare. Ci sono libri problematici anche con questa tematica!
Altre tue opere sono state protagoniste nel mio blog come i figli della follia e l'eredità del principe, ora vorrei chiederti come sono state queste tue esperienze passate e vorrei domandarti se vorresti un po' anticiparci qualcosa sul tuo nuovo libro
Sono affezionata a tutti i miei libri precedenti ma ormai li considero “giovani”. Storie che mi hanno accompagnato nella crescita della mia scrittura fino all’autrice che sento di essere diventata. E questo spartiacque per me è rappresentato proprio da “Il ribelle di Alender”: tutto ciò che ho pubblicato prima lo sento ormai giovane e per certi versi superato. Confesso infatti che, oggi come oggi, vorrei che “Il ribelle di Alender” fosse stato il mio primo libro pubblicato.
Si tratta di un fantasy M/M autoconclusivo, dove c’è una storia d’amore importante (o più di una?) che però non vuole mettere in ombra il contesto politico e l’ambientazione, anzi. Spero di essere riuscita nell’intento, saranno i lettori a dirlo.
Parlaci dei protagonisti del tuo romanzo, sbaglio o partono da un archetipo che sta andando abbastanza in voga ovvero enemies to lovers?
Sì, io adoro gli enemies to lovers, perché portano con sé tutta una serie di ostacoli e problematiche che rendono le storie potenzialmente interessanti. Oltre al fatto che solitamente sono degli slow burn, quindi storie d’amore a cottura lenta, dove i due non si fanno gli occhi dolci appena si vedono ma devono affrontare un percorso di innamoramento, e in generale come persone, prima di diventare amanti.
Nel mio romanzo nello specifico, oltre alle problematiche legate all’essere nemici, ci sarà un altro elemento a ostacolare i protagonisti nel loro rapporto ma non lo rivelo per non fare spoiler.
Uno dei due personaggi si chiama Markos, che nonostante sia originario di un regno rivale è diventato comandante delle truppe di Valhìn, capitale di Alender. Mentre è sulle tracce di un gruppo di ribelli viene a conoscenza di un intrigo che non si sarebbe mai aspettato e che mette in discussione il suo ruolo, ponendolo di fronte a una scelta.
Dell’altro protagonista non voglio dire niente, perché va scoperto.
Quali archetipi ti piace descrivere nella tua storia?
A parte l’enemies to lovers, come dicevo, lo slow burn. Poi c’è la questione degli intrighi politici e della vendetta… si possono considerare archetipi? Chiedo scusa, non sono brava in queste cose.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
L’anno prossimo, sempre per Sága edizioni, uscirà uno spin off de “Il ribelle di Alender”; anche questo autoconclusivo, con personaggi diversi e una diversa storia, in comune hanno solo l’ambientazione.
Poi ho un romance M/M con il tema del BDSM già pronto e sto capendo cosa farne, come e dove verrà pubblicato. Sto attendendo risposta dagli editori a cui l’ho inviato.
Attualmente sto scrivendo un racconto, un retelling in chiave M/M della fiaba di Cenerentola.
Per il resto si vedrà. Ho tante cose che mi frullano per la testa!
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