"Il principe del drago: volume uno" di Chiara Piunno




"Mèlas Dracòntos è un assassino. E un reduce: sopravvissuto a un'identità distrutta, a un lutto che ha cancellato i suoi sentimenti, a un destino di sangue che marchia la sua famiglia da secoli, ha un solo scopo che lo spinge a esistere ancora. La vendetta. E seguendo questa scia di morte, intraprende un viaggio le cui svolte, apparentemente casuali, lo conducono a rivivere e affrontare ciò da cui fugge: il dolore. Saphina Rò di Ròa, è figlia della sacerdotessa degli Dei del Cielo, in viaggio verso la capitale di Eterna per volere dell'Imperatrice, che l'ha convocata. Anche lei è una reduce. Prigioniera della sua famiglia a causa di una colpa inconfessabile che risale all'infanzia, vive nel terrore della "voce" che ha dentro, poiché la incita a fare del male e, prendendo il sopravvento sulle sue emozioni, spesso domina la sua volontà di agire. Luscinia Linaioli, una liceale riservata, vive celando un segreto inconfessabile, che la segna al pari della terribile cicatrice che ha sul petto. Nessuno, infatti, sa dove sia stata e cosa abbia fatto nella lunga estate dei suoi sedici anni, dopo essere misteriosamente scomparsa nel corso di una gita scolastica presso le rovine di un castello. Reduce di una disavventura che vuole dimenticare, sopravvive nello sforzo continuo di sembrare una comune adolescente.Tre distinte esistenze, guidate da poteri che trascendono entrambi i mondi, finiranno per convergere e legarsi indissolubilmente come compagni inconsapevoli di una partita invisibile, la cui posta in gioco sarà la salvezza di tutti."




Buongiorno Mici ed Amici, dopo un periodo di pausa sono tornato. Oggi parlerò di un fantasy scritto da Chiara Piunno: "Il principe del drago".

Iniziamo col dire che la struttura narrativa del romanzo è particolare. Infatti inizia dopo LA GRANDE AVVENTURA. Mi spiego meglio: si intuisce che prima ci sia stata un "avventura" con tanto di eroina, signore del male ecc. I buoni hanno vinto, i cattivi perso. La storia si sviluppa dopo questi avvenimenti, in un regno che sta rinascendo dalle sue ceneri, con molta difficoltà. I vecchi nemici sono stati perdonati, affinché potessero aiutare economicamente una nazione ridotta sul lastrico dalla guerra, strade abbandonate, banditi, un'imperatrice scomparsa, insomma scordatevi i felici e contenti delle fiabe. Qua siamo in un regno piuttosto disastrato.
A mio parere questo è sia un punto forte che un lato negativo. L'autrice è stata abile a ribaltare uno stereotipo, però ciò potrebbe fare storcere il naso a chi è abituato ad una trama lineare e classica. Nel mio modesto parere da micione cosmico, ho apprezzato questo escamotage.
Inoltre il volume primo secondo me è un'introduzione ai personaggi ed al mondo creato dalla scrittrice.


In personaggi sono ben descritti, in particolare Melas, forse quello maggiormente caratterizzato. Un ex principe solitario, cacciatore di mostri, bersaglio di elfi ed umani ruspanti in quanto mezzosangue. Insomma, Melas è un "outcast" per eccellenza. Il suo rapporto con Saphina è un mezzo col quale si esplora il suo passato in quanto la ragazzina gli ricorda una persona cara defunta.
Saphina invece è un ragazza che a parer mio presenta una personalità repressa: la voce che lei sente non è nient'altro che la sua parte distruttiva, la parte ferita, che reagisce a quelle che secondo lei sono ingiustizie. Sembra avere un'origine magica, ma sospetto abbia anche un fattore psicologico.
Luscina invece è una liceale italiana del nostro modo che, una volta ritornata dalla GRANDE AVVENTURA, affronta tutti i problemi relativi alla sua scomparsa per poi essere catapultata di nuovo nel mondo di Eterna. Secondo me è il personaggio meno approfondito, dovrò leggere il secondo volume per notare se ci sarà un maggior sviluppo.
Ho apprezzato però la complessità delle fazioni. Tecnicamente Melas sarebbe il "cattivo" dal punto di vista di Luscina, ma dal punto di vista di altri no. Tutti sono grigi, non esiste la dicotomia.


Parlando dei lati negativi, avrei preferito un "glossario" delle parole in elfico, in quanto il lettore potrebbe non intuire il loro significato. Il latino è abbastanza facile da comprendere in quanto molto simile all'italiano ed in più si manifesta poche volte.
Altro lato negativo: non c'è uno stacco tra il punto di vista di un personaggio ed un altro. Questo dà l'impressione che sia un flusso di coscienza unico.

In conclusione, come romanzo d'esordio non è male. Il principe drago volume uno è un fantasy con tinte oscure che potrebbe piacere sia ai profani che agli amanti del fantasy.


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