Bestie d'Italia vs Folklore: un confronto che esplora il fantastico italiano
Benvenuti, mici e micette, a questo scontro con zanne e artigli, tra l'antologia Folklore e Bestie d'Italia volume uno, entrambe dedite alle leggende della nostra nazione.
Ho preferito confrontare i primi volumi dei duei progetti per motivi pratici e per non essere di parte, in quanto io ho partecipato al secondo volume. Col primo potrei fare un'analisi piú distaccata e paritaria.
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Bene, amanti del fantastico, partiamo dalla struttura.
Folklore è una raccolta horror/drak fantasy composta da venti racconti, uno per ogni regione. Bestie d'Italia è una trilogia composta da dieci racconti, dove ogni volume raggruppa leggende di determinate aree giografiche: il primo è legato al Mar Tirreno, il secondo alle zone alpine e padane e il terzo tratterà della zone mediterranee, ioniche e adriatiche.
Abbiamo quindi due strutture esaustive, sebbene in Bestie d'Italia pare concentrarsi di più sulla zona, mi spiego meglio: ci possono essere piú creature della stessa regione, mentre in Folklore vi è un racconto per regione.
Da questo punto di vista, Folklore offre la possibilità di avere un racconto per ogni regione, mentre Bestie d'Italia piú creature della stessa regione, tralasciando però altre zone. Per dire possiamo trovare due racconti entrambi ispirati al folklore toscano, non solo uno per regione.
A differenza di Bestie d'Italia, Folklore presenta una prefazione e una postfazione, che in un certo senso aprono e chiudono l'antologia, mentre Bestie d'Italia riporta tutte le biografie dei partecipanti. Quindi il secondo predilige uno spazio piú ampio per gli autori, mentre il primo per l'introduzione alla tematica.
Parlando dei nostri adorabili mostriciattoli, entrambe le antologie riportano un bestiario ricco e variegato. Mentre Folklore tratta sia di creature più bestiali che di esseri umanoidi , di umani magici come le streghe o ex viventi come i fantasmi; Bestie d'Italia si concentra principalmente sui mostri, intelligenti o meno. Certo, ci sono esseri umanoide, ma sono le creature zannute a farla da padrone. Da questo punto di vista quest'ultimo è più specializzato. A livello di originalità, entrambe le antologie hanno trattato in maniera vivace le varie bestiacce delle nostre leggende.
Per quanto riguarda le illustrazioni, entrambi gli artisti, Pietro Rotelli e Marco Pennacchietti, sono stati bravissimi, ma i loro stili sono diversi in quanto racchiudono l'anima dell'antologia. Folklore è principalmente horror, quindi le immagini sono cupe, grottesche e inquietanti, mentre Bestie d'Italia, avendo una natura che tende verso lo "spensierato", ha uno stile che ricorda un ritratto fatto su un diario di viaggio. Quindi dà l'idea che il lettore sia un "viaggiatore" tra le storie, mentre in Folklore è uno "spettatore" degli orribili eventi.
( La fata Morgana di Marco Pennacchietti)
( La Galorcia di Pietro Rotelli)
Ora passiamo alla categoria di genere letterario e alle epoche trattate: da questo lato Bestie d'Italia è più adattabile, affrontando diversi generi, dall'horror al fantasy per ragazzi, e i racconti sono ambientati in epoche differenzi: possono essere nel medioevo come nei giorni nostri o addirittura in un futuro distopico ( ma quest'ultimo è riportato nel secondo volume).
Folklore da tale lato è limitato, poiché le epoche ritraggono tempi antecedenti al ventesimo secolo. Inoltre il genere dominante dell'antologia è l'orrore, sebbene ci siano dei racconti con tinte fiabesche oppure grottesche.
Dopo artigliate, incornate, soffi e ruggiti, le due antologie hanno concluso in un pareggio la lotta. Se il lettore volesse un'antologia più impegnativa e tendente verso l'horror, con ambientazioni antiche, Folklore farebbe al caso suo, mentre se per caso volesse un volume più variegato, con diverse tonalità del fantastico e diverse ambientazioni, Bestie d'Italia potrebbe essere il libro ideale.
E così si conclude questa breve zuffa. Se per caso siete interessati, qui troverete il link d'acquisto di Folklore mentre qui di Bestie d'Italia.
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