Recensione "Il viaggio di Giò" Il tema del viaggio nel romanzo di Carolina Cerbini


Rieccomi finalmente dopo tanto tempo per una nuova recensione, questa volta ci addentreremo in un libro per ragazzi dove il tema principale è quello del viaggio.
Stiamo parlando de "Il viaggio di Giò" scritto da Carolina Cerbini.

Giò è una ragazza che dedica molto del suo tempo a ricercare risposte alternative a quelle date dalla sola scienza, sentendosi, il più delle volte, sopraffatta da una società che la costringe ad adattarsi piuttosto che lasciarla libera di esprimersi. Da qui nasce il suo bisogno di evadere che la porta a essere protagonista di un viaggio in un mondo straordinario, differente dal suo ma solo in apparenza. Al suo fianco c’è il principe Parsio, proveniente da una dimensione in cui il seme nero ha gettato le popolazioni in un limbo di guerre e cupidigia: l’obiettivo dei due protagonisti è raggiungere Cumb, l’ultimo livello di un universo da salvare.
Il percorso permetterà a Giò di esplorare luoghi fantastici e conoscere personaggi incredibili, alleati o antagonisti, dotati delle più disparate sfumature caratteriali: per la ragazza è l’inizio di un processo di crescita interiore e di profonde riflessioni sulla propria natura e sui valori dell’amore, dell’amicizia e del tempo.


Come possiamo intuire dalla trama, la nostra protagonista affronterà diverse peripezie in un ambiente fantastico e durante il viaggio imparerà di più su sé stessa, crescendo spiritualmente.
Tale storia mi ha riportato ai film Labyrinth oppure La Storia Infinita o ancora Alice Nel Paese Delle Meraviglie, dove realtà e fantasia paiono mescolarsi.
Dal linguaggio del romanzo si intuisce che tale libro è indirizzato a un pubblico molto giovane ed è stato concepito come una fiaba, cosa confermata dalla stessa autrice.
In questo mondo bizzaro, ogni regione del regno è divisa da barriere temporali che assicurano un contenimento dei vari terriroti. Solo alcuni personaggi scelti possono andare da una sezione all'altra senza subire gli influssi del tempo.
In un certo senso Giò, ogni volta che affronta un livello, cresce e guadagna esperienza, quasi fosse in un videogioco. Ogni capitolo riguarda un livello e una caratterista come Pazienza o Prosperità.
L'ambientazione della soria è fiabesca e surreale, quindi si discosta un po' dal realismo presente nei fantasy. 
Nonostante abbia trovato la lettura piacevole, presenta comunque due lati negativi.





Il primo è il fatto che non si capisce bene perché nel collegio ci siano persone con nomi inglesi ed italiani, cioè per dire nei paesi di origine anglosassone è un po' difficile trovare così tanti nomi italiani in un posto.
Il secondo e a mio parere il più grave è il fatto che in alcune parti è un po' frettoloso. Va bene che è stato concepito con un'ambientazione fiabesca, ma spesso le situazioni accadono con una velocità innaturale per un romanzo.
Ad esempio appena è stata raccontata la leggenda sulla regina del mare, quest'ultima appare di colpo, neanche dare il tempo ai protagonisti di elaborare la situazione. Oppure quando la figlia della quercia ha saputo delle sue origini. Insomma, a mio parere l'autrice poteva prendere un po' più di tempo.

Nel complesso, come romanzo da esordiente gli darei un bel 7/10, visto anche il genere surreale e fiabesco. Forse un libro non adatto a tutti, ma che sa intrattenere.



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