Intervista a Francies M. Morrone, autore de "Il ricordo che ho di te".











Ciao a tutti e a tutte, oggi come ospite speciale avremo Francies M. Morrone, autore del libro "Il ricordo che ho di te", edito dalla Aletheia editore.
Il genere del libro è romantico ed è la storia d'amore tra due vecchi amici d'infanzia che si ritrovano tempo dopo. Prima di procedere, vi invito a guardare la segnalazione per comprendere di più la trama.
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1) Ciao Francesco, parlaci un po' di te.


Sono una persona piuttosto introspettiva e analitica, non disprezzo la compagna delle altre persone ma neppure la solitudine. Ho molti hobby, molti dei quali creativi ed artistici. Cerco di vivere il mio presente, ricordo a me stesso, costantemente l’importanza di apprezzare ogni singolo istante che corre. Sono nato in Italia, e ho vissuto la mia adolescenza come molti ragazzi, senza troppe difficoltà. Non appena ho raggiunto la maggiore età, e dopo aver concluso gli studi,  mi sono trasferito all’estero per ampliare il mio bagaglio sociale e culturale. Rientrato in Italia, mi sono appassionato sempre di più alla letteratura, e in particolar modo, alla scrittura. Da lì, ne sono venuti fuori le prime bozze dei miei romanzi. Ho continuato a perseguire questa mia passione, fino a quando, con tanti sacrifici e lavorando sodo, sono riuscito a trasformarlo nel mio lavoro.


2) Com'è stata la tua esperienza con la scrittura? Hai un genere preferito?


Fin dal primo momento in cui ho appoggiato la penna sul mio primo manoscritto, ho sentito l’amore che la scrittura mi trasmetteva. Mi sono appassionato a molti lavori differenti, ma nessuno di questi è mai riuscito a farmi sentire allo stesso modo come la scrittura fa. Mi dona emozioni, ogni volta, senza volere nulla in cambio. Questo, a parere mio, è amore, quel genere di amore incondizionato e libero.


Ho molti generi preferiti nella lettura, ma adoro scrivere di storie, per quanto inventate, che rispecchino il più possibile la vita quotidiana. Il genere rosa, è uno dei miei preferiti se si tratta di scrivere una storia.


3) Cosa ti ha ispirato a scrivere il tuo romanzo?


L’ispirazione, secondo me, non è nient’altro che un accurato lavoro studiato a tavolino. Non si può avere la cosiddetta “ispirazione”, ed essa non proviene dal nulla. Si studia e si calcola, spinta dalle emozioni e da un’analisi ben dettagliata sugli sviluppi di una storia che abbia un senso. Ognuno, certo, ha la sua “musa ispiratrice”. Io, di solito, passeggio e cerco di distanziare la mante dal problema, ritrovando il focus necessario e obbiettivo che mi permetta di proseguire con la narrazione della storia.


4) Come descriveresti la storia tra Davis e Charlotte? Ti sei ispirato a qualche storia romantica per rappresentarli?


La storia fra Davis e Charlotte, sono una rappresentazione che vuole esprimere le difficoltà reali che possono nascere tra due persone che si amano. Una prova che l’amore può resistere al tempo e alla distanza, e trascende da esso. 

Non mi sono ispirato a nessuna storia in particolare, in quanto, le vicende narrate ne’ Il ricordo che ho di te, possono succedere a chiunque.


5) Perché hai proprio scelto gli Stati Uniti come luogo per la tua storia?


Perché trovo che ci siano luoghi negli Stati Uniti che rappresentano una storia. Non c’è un motivo preciso, in effetti, ma mi risulta naturale immaginare luoghi in U.S.A piuttosto che in qualsiasi altra parte del mondo.


6) Cosa ne pensi di coloro che dicono che il genere romantico è esclusivamente femminile?


Penso abbiano timore di esprimere i loro sentimenti. A ogni modo, questa domanda risulta stereotipata e senza alcun riscontro concreto che ne comprovi la verdicità. Analizzando con gli anni le statistiche di vendita (anche a livello di marketing generale fatto per i miei libri), le donne e gli uomini interessati a romanzi come i miei, o molto simili, risultano essere alla pari. Ovvero, al 50 e 50.


Grazie per avermi rilasciato questa intervista, che ho trovato particolarmente stimolante.


Il piacere è tutto mio Francesco anzi sono felice di averti avuto come ospite. Bene, miei cari lettori, ci rivediamo alla prossima intervista!


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