Fantasy e diversità: Intervista a Samanta Crespi sulla disabilità e il fantastico
"Benvenute, splendide persone, in questo speciale del mio talk show. In questa nuova rubrica, vorrei lasciar parlare a persone appartenenti a categoria sociali discriminate per dire la loro su come descrivere dei personaggi per un buon romanzo horror, fantasy o fantascientifico.
La nostra ospite è Samanta Crespi che ci parlerà del tema della disabilità." ( Il pubblico applaude, mentre Samanta esce dai drappi rossi del tendone. Micio s'avvicina, zampettando col la folta coda dritta, la cui punta e piegata leggermente a destra. Agita le ali e dal nulla appaiono due poltrone imbottite. Micio sale sopra la prima).
"Ciao Samanta, prego siediti, sentiti come a casa tua" (Lei si siede sulla poltrona, mentre le luci danzanti sul palcoscenico riprendono a ronzare con più frequenza. Micio si chiede se avesse fatto bene a ingaggiare le fatine per creare l'atmosfera adatta).
"Ti ringrazio per aver accettato di partecipare al mio Talk Show, noi creature fantastiche vogliamo essere rappresentate bene nelle storie che ci ritraggono, quindi abbiamo deciso di creare questa nuova rubrica per aiutare gli scrittori a darci vita" ( In lontananza si sente un ruggito di un drago in segno d'approvazione) "Samanta, parlaci un po' di te".
1) Sono una sognatrice, sono una mamma e un’aspirante scrittrice, direi più scribacchina. Di notte sogno cose interessanti, peccato che poi al risveglio me le dimentichi tutte.
"Come ti trovi a collaborare con disabiliabili.net? Pensi che ci siano pregiudizi non solo fuori dalla comunità ma anche dentro? Ad esempio tra disabilità minore e maggiore, mentale o fisica?".
2) La collaborazione con il blog disabiliabili è arrivata in un momento particolare, poco prima del lockdown di marzo e aprile, ancora non sapevo cosa mi aspettava, ma lo scrivere gli articoli è stato un’ottima palestra per riflettere su me stessa e su ciò che mi circonda.
Il vero problema di fondo è che i disabili sono essi stessi persone e molto differenti gli uni dagli altri, quindi è inevitabile avere posizioni differenti o anche pregiudizi sia fuori che dentro o gruppi.
Siamo ancora molto divisi fra noi e anche le rivendicazioni sono parziali e settarie e questo porta già molte energie e risorse che potrebbero essere usate meglio, se non si guardasse solo al proprio orticello.
"Ti sei mai sentita discriminata da altri disabili per motivi ideologici?".
3) Assolutamente sì, ma tutto si ricollega al punto sopra. Siamo tutti persone diverse con diverse mentalità. Ad esempio sono stata discriminata anche solo perché mi sono sposata e ho una vita autonoma...
" C'è un forte pregiudizio che riguarda la sfera affettiva, romantica e di genitorialità delle persone disabili. Da dove pensi nasca questo stigma?".
4) Dalla cultura pietistica/assistenzialistica che vede il disabile spesso solo come persona da accudire, da compatire, non come qualcuno che abbia desideri e bisogni come tutti, tra i quali anche la voglia di costruirsi un futuro autonomo.
" Spesso la gente associa la disabilità solo a qualcosa di visibile agli occhi, eppure ci sono diverse disabilità non percettibili inizialmente, come ad esempio le persone con malattie mentali, coloro che hanno problemi al cuore o perdita di sali. Cosa ne pensi al riguardo?".
5) È più facile certo far cadere l’occhio su qualcosa che si vede e che si possa “etichettare” anche in senso dispregiativo, come anche è vero che le disabilità invisibili sono spesso oggetto di minimizzazione o ridicolizzazione. E non è giusto nemmeno questo, credo che bisognerebbe davvero cercare di essere più umili e fare esercizio di mettersi nei panni dell’altro sempre. Ognuno
Ha dei pesi da portare che, magari non si vedono, ma sarebbero alleggeriti da una parola gentile, che non costa nulla, se non lo sforzo di non giudicare.
"Nell'ambientazione fantastica si hanno avuto diversi esempi di inclusivitá, in avatar ad esempio abbiamo personaggi come Theo e Toph in Avatar che riescono a trovare il proprio posto nel mondo, integrandosi perfettamente nella società, oppure il professor Xavier degli x-man che funge da figura di riferimento per i mutanti. Per non parlare della situazione dei maghinò in Harry Potter, non magici figli di maghi, considerati cittadini di seconda classe eppure possono rivelarsi persone di grandi capacità se solo la società magica volesse accettarli. Il fantastico è metafora della realtà e forse potrebbe essere un mezzo per introdurre facilmente l'inclusività, concordi con tali parole?".
7) Sì, sono d’accordo, anche se molto spesso il problema sull’inclusività nasce dal fatto che chi se ne occupa non è disabile. Ottima idea quella di rappresentare certe categorie di persone nel fantasy o sul grande schermo, ma forse ci si dovrebbe interrogare sul come rappresentare, per non cadere in facili stereotipi o grottesche caricature, e per farlo meglio magari chiedere a chi quella realtà la vive in prima persona.
" Parlando di caratterizzazione di un personaggio, come pensi si potrebbe caratterizzarlo senza sfociare negli stereotipi? Guardando anche scandali recenti, come quello avvenuto nei riguardi del film le streghe o al nuovo gioco di Assassin's Creed, qual è la tua opinione a riguardo? Pensi che chi abbia posto le accuse abbia esagerato?".
8) Ho letto gli articoli riguardanti le accuse e, per me, in questi casi, sono prive di fondamento. È molto meglio rappresentare una certa realtà e poi magari spiegarla e contestualizzarla, che non mostrarla affatto per quella moda di questi tempi che è il “politically correct”. Sarebbe solo ipocrita, secondo i canoni del politicamente corretto 2/3 di ciò che c’è ora sul mercato video e scritto andrebbero censurati e non mi pare possibile né auspicabile. Ci sono le differenze, esistono e ben vengono dette e rappresentate.
" Parlando di antagonisti con disabilità potrei citare i casi di il Fantasma dell'Opera, the Cat Lady e Phenomena di Dario Argento. Nel primo caso l'antagonista, Erik, è un uomo nato deforme che compie una serie di delitti per gelosia e desidero di controllo, essendosi innamorato della giovane soprano Christine Dae. Nonostante i suoi componenti discutibili, Erik avrà un cambio di vedute comprendendo che l'amore non è possesso e quindi lascerà andare con il suo fidanzato Raul. In questo caso notiamo un personaggio che si redime.
Negli ultimi due casi abbiamo due antagonisti disabili decisamente maligni, il primo, Adam, è un uomo paralizzato che spinge al suicidio le altre persone perché lui stesso non può porre fine alla sua vita. Il secondo, Patau, è un ragazzo deforme e necrofilo che uccide ragazzine sia per lussuria che per invidia e odio verso la loro bellezza. Ad accumunare questi tre personaggi è la propria sofferenza dovuta alle proprie condizioni e all'emarginazione sociale, quindi sono cattivi non per la propria disabilità ma per le scelte sbagliate. Nel caso di Erik, vi è un percorso di redenzione. Ecco, a tuo parere, cosa ne pensi di questi personaggi e credi possano essere degli esempi per creare degli antagonisti con disabilità? Cosa sconsiglieresti per evitare di creare uno stereotipo?".
(Il fantasma dell'opera del 1925, la rappresentazione cinematografica più fedele al libro)
Nello stesso senso però, dato che, come dicevo prima siamo tutti umani, abbiamo tutti una base in comune: i sentimenti, l’etica e la morale. Quindi possiamo decidere come comportarci nella gira, disabilità o meno. Ci sarà qualcuno che nasconde le proprie debolezze dietro la condizione svantaggiata della disabilità e qualcuno che invece la userà per redimersi, per essere migliore. La vita non è una linea retta, ma un percorso tortuoso e spesso ingannevole, sta a noi decidere come affrontare il percorso.
"Nelle storie fantastiche che siano horror o fantasy, abbiamo avuto esempio dove la deformità è stata associata a creature sovrannaturali malvage. Basti vedere le streghe, i mostri grecolatini, Grendel ma anche al mito dei changeling. Eppure ci sono stati esempi positivi interessanti, nelle fiabe abbiamo quella dei due gobbi, uno buono e uno cattivo, dove il primo viene premiato proprio per la sua gentilezza o la bella e la bestia, dove la protagonista si innamora di un umano mutato. Nella letteratura Frankenstein ha umanizzato la figura del mostro, per poi arrivare ad esempio a Metro 2033, dove la guerra contro i Tetri è frutto di pregiudizi e paura verso il loro aspetto.
Cosa ne pensi di questa evoluzione?".
10) Come ho detto prima tutto fa parte dell’essere umano e molte rappresentazioni, legge se, dicerie sono figlie del loro tempo. Cambiano le epoche, cambiano anche gli approcci.
In generale la disabilità, ma il diverso in genere, spaventa. Questo finché non so ha la possibilità di conoscere la persona o la situazione, qui sta l’evoluzione, il capire che nonostante la scorza esterna sia diversa siamo tutti simili, nel bene e nel male. I disabili non sono né martiri, né santi, né eroi: sono persone e le persone possono far bene o fare male, tutto dipende dall’educazione ricevuta e al grado di empatia verso l’altro.
"A parte Ladyhawke, quali sono i fantasy che ti hanno più colpito e quali suggeriresti?".
11) Così a braccio direi... Highlander (il primo), Fantaghirò, Avatar (il film), Blade Runner, The Prestige, Stardust, Tron Legacy, Dottor Strange, La storia Infinita, Edward mani di Forbice, Il Castello Errante di Howl, Nausicaa... e potrei continuare ancora... ma non è tanto quale film si guarda, ma che cosa ci resta dentro una volta finita la visione.
"Grazie Samanta per aver dato la tua opinione, forse alcuni di noi potranno prendere la vita tra le pagine di qualche libro grazie ai tuoi consigli" (Micio si rivolge verso il pubblico) " E grazie soprattutto a voi per aver ascoltato fino in fondo la nostra voce. Prima di lasciarvi definitivamente, vorrei parlare brevemente di Lentico. Volete colliri a buon prezzo? Necessitate di lenti a contatto? Il sito farà per voi! Grazie a voi per aver partecipato a questo episodio, arrivederci alla prossima!".
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