Recensione "Il Segreto di Barbablù" di Sarah K.L Wilson

 


Buongiorno, mici ed amici, finalmente, dopo anni, mi è capitato tra le mani un retelling di una fiaba, "Barbablù" per esattezza. Sì, esatto, non proprio tra le più simpatiche se teniamo conto del marito uxoricida e assassino seriale e della camera dei suoi trofei, ma pur sempre un fiaba iconica tra quelle scritte da Perrault.

"Il segreto di Barbablù" è un retelling interessante, cita la fiaba e ci gioca, creando un'ambientazione itneressante.

Se qualcuno le avesse mai spiegato la legge più importante della Corte, ovvero la Legge del Saluto, le cose per lei sarebbero andate di certo diversamente. Quando Barbablù arriva a reclamare una moglie mortale e lei non solo lo saluta, ma perfino lo accoglie, diventa la sua sedicesima moglie. Si trova così di colpo lontana da casa e trascinata nelle terre del Wittenhame, dove diviene parte di un gioco che si svolge ogni duecento anni e che determina il destino delle nazioni. Ma non tutto è quello che sembra. Non nella sua patria di Pensmoore. Non nel Wittenhame e certamente non nel suo nuovo matrimonio.

Iniziamo col dire che ho apprezzato molto Izolda, la protagonista: è una donna pratica e intelligente, ben lontana dalle protagoniste degli altri YA a tema fantastico. Si sente frustrata per il su ruolo sottomesso dalla società così come il fatto che andrà in sposa a un uomo che non conosce.

Quando si ritroverà nelle terre fatate, userà l'ingegno per sopravvivere. Pur provando attrazione fisica per il suo sgradevole alleato, non si avvicinerà mai per iniziare qualsiasi relazione romantico o sessuale: sa che lui è pericoloso e questa cosa l'ho apprezzata molto.

Mi ha riportato alla mente la versione italiana della fiaba, "Naso d'Argento", dove la protagonista è intraprendente e cerca di risolvere da sé la situazione, salvando sé stessa e le sorelle, l'opposto della rappresentazione di Perrault dove aspetta che siano i fratelli a salvarla.

Barbablù, soprannome che la protagonista ha dato a questo essere fatato, è un personaggio controverso: a differenza dell'originale, è capace di empatia ma pare soffrire di sbalzi d'ira dovuti a qualche trauma. Prova interesse per la protagonista per via della sua intelligenza e il suo coraggio e leggendo le azioni descritte dal personaggio, la linea tra seduzione e tentativo di raggiro nei riguardi della protagonista è molto sottile, per tanto non sempre si riesce a capire la prima o la seconda intenzione.

Come detto in precedenza, è una creatura passionale, ambigua, astuta e particolarmente leale verso coloro che meritano la sua fiducia. Si intuisce che cerca da anni una compagna e non solo una pedina per permettere di continuare il gioco e salvare la sua gente.

Questa caratterizzazione è proprio un lato negativo, in quanto alla fine il personaggio è ben caratterizzato, ma ammetto che mi è parsa un po' bizzarra questa descrizione di Barbablù come un'anima tormentata. Ho ancora in mente l'immagine dell'uomo col coltellaccio delle fiabe. Ma come il Lupo Cattivo è stato caratterizzato da nuove sfumature così è successo con Barbalù.

Riguardo alla maledizione che lo colpisce e che gli permette di parlare alla moglie solo di notte mentre lei solo di giorno, essa si lega alla maledizione di due famiglie fatate in stile "Lady Hawke". Non ho ancora capito se Barbablù discenda da una di queste famiglie ma in un mondo o nell'altro, a mio parere, è legato alla leggenda.

Il fatto di non poter parlare in un determinato momento del ciclo  giornaliero rende il loro rapporto interessante così come le astuzie che attingono per non parlare direttamente con l'altro.

Ho apprezzato molto la descrizione delle usanze del popolo fatato, del loro "gioco dei destini" dove usano veri regni come una tavola da gioco, causando nel mondo umano carestie e guerre.

Anche la questione del tempo che scorre in maniera diversa è molto fedele alle leggende sui fae, così come la natura moralmente ambigua e la varità etnica che caratterizza la popolazione.

Passiamo al lato negativo: la famiglia di Izolda viene messa un po' in secondo piano, così come il suo rapporto coi fratelli. Vedendo il loro ruolo nella storia, avrei preferito una maggiore caratterizzazione.

Nonostante ciò, sono felice di aver potuto mettere le zampe su questo libro. Lo consiglio caldamente e, dopo aver letto il finale, aspetto con ansia il seguito.

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