Recensione "I volti del male"- Weirdbook Edizioni

 

 



Buonasera, mici ed amici, oggi come libro ospite ci sarà "I volti del Male" antologia horror pubblicata da Weird Book. Tra i vari scrittori vi sono Danilo Arona e Alessandro Pedretta, che avevo menzionato in recensioni precedenti.

"I volti del male" è un'antologia incentrata sulla figura del BauBau (conosciuto come Uomo Nero), creatura degli incubi dell'infazia che si nasconde dentro l'oscurità degli armadi o sotto i letti. A volte l'Uomo Nero è solo una creatura sovrannaturale, altre volte esce fuori dai meandri più nasconsti dell'animo umano.

Il BauBau sono le nostre paure e i sentimenti repressi della nostra mente.

Iniziamo ad analizzare i racconti (potrebbero contenere SPOILERS):

 

DIETRO QUELLA PORTA di Nicola Lombardi

Ammetto di conoscere lo scrittore principalmente per la trasposizione in racconto di "Suspiria" nel libro "Terrore Profondo", però questa storia mi è piaciuta particolarmente per le seguenti motivazioni.

Un ragazzo mentalmente disabile è indagato per l'omicidio di un neonato, eppure rimane sempre una situazione ambigua. Alfredo ha messo un neonato nella camera di un malato di Alzheime, pensando che il bambino sarebbe stato buono tra le braccia "dell'Uomo Nero", come descritto nella filastrocca. Alfredo è una persona che ha ucciso per ignoranza e paura oppure effettivamente c'è qualcosa di paranormale nella famiglia che lo ospitava? Il finale della storia lascia nell'ambiguità.

In fin dei conti lui stesso dice di aver sempre saputo che il vecchio malato di Alzheimer fosse innocuo. A tormentare i suoi incubi è il figlio neonato della famiglia Abbiati, diventato il nuovo mostro che perseguita i suoi incubi.

Il racconto l'ho percepito anche come una velata critica all'abilismo della società: la famiglia Abbiati non ha mai avvisato Alfredo di avere una persona malata in casa, rendendo il povero vecchio padre un mostro "che abita nella stanza proibita". Alfredo non poteva entrare nella stanza, ma non sapeva neanche il perché.

Il ragazzo, dopo il fatto, viene ritenuto quasi come una belva anche per la sua disabilità, quando in realtà le  sue azioni sono anche una conseguenza  al fatto che la famiglia Abbiati non avesse detto di avere un malato aggressivo in casa.

Forse, se avessero spiegato al ragazzo come stavano le cose,  i fatti si sarebbero svolti diversamente e Alfredo avrebbe capito che nella camera non c'era l'Uomo Nero, ma solo un vecchio malato.

Un racconto interessante, dove il tema dell'abilismo è trattato in maniera molto delicata.


L'ADUNATA DELL'UOMO NERO di Giada Cecchinelli


Il racconto l'ho percepito come un'elogio alla figura dell'Uomo Nero e il suo ruolo di ostacolo nell'infanzia: solo affrontandolo, il bambino matura.

Ma i bambini, una volta adulti, dimenticano come si fa ad affrontare le proprie paura per essere una persona migliore. Gli adulti smettono di crescere interiormente.

Ed è per questo che i BauBau decidono di dare agli adulti un'assaggio del terrore ancestrale.


QUELLO CHE LUI VUOLE di Marco Santeusanio


Questo racconto è particolare, perché lessi entrambe le versioni. Esatto, ce ne sono due: una in questa antologia e l'altra pubblicata dalla Delos Digital.

Il racconto di questa antologia prende un piede di svolta diverso dall'altra versione: l'orrore è solo umano, frutto della follia di una donna e degli incubi dell'infanzia.

Maria è una donna molto simile a certi perseguitatori uomini: non accettando la fine di una relazione, perseguita Alessandro, fino a fingere di avere avuto una figlia da lui ( essendo che i mesi non combaciano, molto probabilmente l'ha avuta con un altro uomo) e ad uccidere entrambi i figli in preda a deliri di perseguitazione. Il Bau Bau rappresenterebbe il progredire della malattia, dovuta a insicurezze, paranoia e ossessione.

Alessandro, il suo ex, l'ha lasciata proprio per il suo atteggiamento possessivo, stufo delle sue azioni persecutorie, ma ha cercato in tutti i modi di essere una buona figura paterna per il figlio maggiore. Quest'ultimo provava una morbosa ossessione per sua madre (tenete d'occhio questa cosa) e ciò inquietava non poco Alessandro.

Nel racconto pubblicato da Delos, la storia prende un'altra strada: mentre la prima era realistica, la seconda assume un ruolo più paranormale. Il BauBau esiste, ma rappresenta anche la follia di Maria e il desiderio di suo figlio di avere la mamma per sé, ma come molte storia dicono, bisogna stare attenti a ciò che si desidera.

Alessandro in questo  racconto  è  morto ed è  il padre biologico di entrambi  in bambini. Non è  stata  una buona figura paterna e gli occhi del bambino  ci rendono chiaro il perché  lui preferisse la madre.

Entrambe le versioni sono interessanti, con due percorsi e chiavi di lettura diversi: nel primo caso, come ho detto, la storia ha una svolta realistica e la figura dell'Uomo Nero è una metafora della follia che ognuno di noi cova.

Nel secondo caso, la creatura è reale, ma ci mette in guardia su come i nostri desideri spesso non ci portano a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni.


TEMA DI NATALE PER UN ORCO IMMAGINARIO  di Danilo Arona


Forse uno dei racconti più disturbanti, dove viene giocato l'archetipo dell'Anticristo. Peter Quint, personaggio citato ne "Il Giro di Vite" di Henry James.

Nato fuori dal matrimonio e segnato dagli astri, Peter Quint diventa prima un molestatore pedofilo e poi, da morto, una creatura degli incubi che si diverte e manipolare e uccidere i bambini.

E dell'innocenza che il Bau Bau si nutre e corrompere i giovani è un'ottima via per distruggerla.

"Tema di Natale per un orco immaginario" è un titolo molto evocativo: il Natale è associato alla nascita del Messia e ad un'inizio di pace, l'orco immaginario è sia il personaggio creato da Henry James sia la figura del Bau Bau che tormenta gli incubi dei bambini.


LA DONNA di Filippo Semplici

 

In questo racconto il Bau Bau è una vecchia megera che vive sotto il letto del bambino, un richiamo al fatto che gli spauracchi abbiano diverse forme, come appunto, le streghe.

Nonostante le rassicurazioni del padre, l'incubo si mostrerà più reale del solito, fino al tragico finale.

Ho trovato molto interessante il parallelismo tra questo racconto e Babadook: nel caso della megera, essa rappresenta le nostre paure. Non possiamo negarle, ma possiamo controllarle, farci un patto insomma. Stessa cosa con il Babadook: la depressione, gli incubi dell'infanzia sono sempre lì, non sempre potranno lasciarci, ma possiamo tenerli a bada.

"La Donna" è un avviso a non sottovalutare le origini delle proprie fobie, in quanto, se non trattate, possono portare a terribili conseguenze.


SNAKE HILL di Christian Borghetti


 Questo è il racconto di tre generazioni colpite da una follia che non saprei se definire di origine sovrannaturale o mondana. L'autore è stato vago a riguardo, lasciando al lettore libera interpretazione.

Il serpente della collina assume il ruolo di spauracchio, di portatore di un male antico che si è insinuato nella famiglia del protagonista.

Interessante come vengano presentati più mostri, ma ognuno di loro è una forma del Serpente, un suo vassallo di distruzione. Un membro della generazione successiva lo uccide per riniziare il ciclo.

Solo la rottura di tale ciclo maledetto potrà dare realmente pace alla cittadina.

 

ANTICA NOTTE OSCURA di Alessandro Pedretta

 

 Altro racconto su mostri collettivi, in questa storia l'Uomo Nero è dentro ogni ragazzo o bambino del paese.

Nasce dalla gelosia di un gobbo verso suo fratello, dall'avidità di un giovane, dall'odio di un bambino. Il Bau Bau è la parte nascosta di noi, il doppio che ci spinge a compiere cose che normalmente aborriamo.

Pedretta è riuscito molto bene a descrivere l'ipocrisia dei cittadini, la situazione di disagio in cui vivono i due bambini, il gobbo del paese ( il cui cognome ricorda molto il Barabiciu, creatura del folklore piemontese molto simile al Bau Bau) verso cui è impossibile non provare compassione.

Questo racconto vuole mostrarci che siamo un po' tutto mostri, il Bau Bau accende solo la scintilla dentro ognuno di noi.



L'ULTIMO ROGO DELLA MORTE ROSSA di Alana D. Altieri


Il racconto con lo stile narrativo più sperimentale, è un retelling de "La Morte Rossa" di Edgar Allan Poe. La storia si tinge di atmosfere  apocalittiche con un morbo inarrestabile.

La popolazione umana è portata all'estinzione da un batterio mortale e gli ultimi superstiti si rinchiudono in un bunker...pessima idea.

Ammetto che mi ha lasciata perplessa questo racconto, non di per sé per la storia, molto pessimista nella sua narrazione, ma per la sua tematica che a mio parere stona un po' con le precedenti.

Penso che l'intento fosse stato quello di replicare il sentimento di paranoia e caccia alle streghe che ciclicamente accade in caso di epidemie o pandemia (vedere cosa è successo col Covid), dove il virus/battereo/prione diventava a tutti gli effetti una specie di spauracchio per la popolazione.

A mio parere queste emozioni potevano essere rappresentate in maniera più approfondita, in quanto non ho percepito la Morte Rossa come qualcosa paragonabile alla figura dell'Uomo Nero.

Ho apprezzato  molto  la satira contro la cultura  statunitense, formata da commercio delle armi, bigottismo e capitalismo sfrenato. Un pò come il racconto  di Poe, che prendeva di mira l'illusione della nobiltà di essere immune alle disgrazie del mondo.

In conclusione, se siete amanti delle storie del terrore e cercate un focus sulla figura del Bau Bau, questa antologia fa per voi. Tocca ambientazioni e sfumature disparate, dal folk horror alla rivisitazione del classici, alla distopia all'horror psicologico.



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