SECONDO EPISODIO DEL TALKSHOW DE EL MICIO: "ARYA E SANSA, GATTINE SPETTACOLARI"
"Ben ritrovati a questo secondo episodio del mio Talk Show, precedentemente abbiamo intervistato gli antagonisti dei libri di Vittoria Agostinelli, oggi le nostre ospiti sono Arya e Sansa, adorabili gattine che parleranno di loro e soprattutto del rapporto che hanno con l'apriscatole scrittore.
Facciamo un caloroso appaluso ad Arya e Sansa!"
(Entrano in scena due gattine antropomorfe: la prima ha il pelo tricolore ed indossa degli abiti casual, mentre la seconda ha il pelo rosso e un lungo abito da sera nero. Le faccio accomodare gentilmente sulle poltrone di velluto).
1) Benvenute,
Arya e Sansa, dai vostri nomi deduco che il vostro padrone abbia una passione
verso le storie intricate e i drammi familiari.
Sansa si
stiracchia pigramente, poi socchiude gli occhi. “Mamma e Papo” miagola con un
tono così acuto che sfiora la frequenza degli ultrasuoni. “Mamma e Papo mi
hanno chiamata Sansa perché sono una principessina educata, dolce e gentile.
Persino quando sono stata malata, l’anno scorso, ho avuto la forza di scendere
dal letto su cui dormivo per usare la lettiera e non sporcare in giro”.
“Sì” la deride
Arya, osservandosi gli artigli puntuti. “E poi non sei riuscita a tornare sul
letto e hai dormito sul tappeto. Pappamolla”.
“Non
cambiare argomento” la rimprovera Sansa. “Stiamo parlando del perché dei nostri
nomi”.
“Ma per
favore. Tu ti chiami Sansa perché sei quella rossa, carina e gentile. E io mi
chiamo Arya perché sono scura, curiosa e disobbediente”. La micina tricolore ha
una voce più forte e profonda di sua sorella, un po’ roca, da vera dura.
“Dimentichi
il fatto che io sono quella grande e tu quella piccola” le fa notare
gentilmente Sansa.
“Solo di
taglia, visto che siamo gemelle!”
“D’accordo.
Ma chi è la Lady di casa?”
“Tu” ammette
Arya, chinando il capo.
“E chi è
quella che dà la caccia ai topi di plastica, alle palline, e ai pacchetti di
fazzoletti?”
“Io”.
“E chi è che
guarda quella serie in TV dove ci sono le due umane con il nostro nome?”
“Mamma e
Papo”.
Sansa guarda
El Micio con espressione soddisfatta: “Ecco il perché dei nostri nomi”.
“In quanto
al Papo” aggiunge Arya. “Le storie intricate sono quelle che scrive. Meno male
che ci sono io a correggerle…”.
2) Quante volte avete tentato
di colonizzare il letto del vostro "apriscatole"?
“Tentato?”
Arya rizza le orecchie e si protende in avanti. “Il letto è nostro. Papo e
Mamma ci dormono perché glielo permettiamo noi”.
“Sì, ma ne
vale la pena. La ciccia di Papo è così morbida…”
Sansa chiude
gli occhi, estasiata, e comincia a vibrare. Crr, crr, crr…
Arya alza
gli occhi al cielo e fa un profondo sospiro.
El Micio ridacchia. "Ah, quasi sento le parole di Olivander dire "Signor Potter, è il gatto che sceglie il suo padrone, non viceversa".
3)
Dai, potete dirlo qui: siete mai state fermate in possesso di erba gatta non
autorizzata?
Sansa si
ridesta di colpo e strabuzza gli occhi: “Non autorizzata? No, mai!”
“Ma per
favore” esclama Arya. “Quello che voglio me lo prendo. Specie se piace a Mamma
e Papo, perché si vede che è buono. Peccato che loro insistano nel darmi il
cibo per gatti. Mi hanno fermato con… vediamo… sedani, menta, pane, torte,
brioches. Come bevande, mi hanno tirato fuori la testa da bicchieri di birra e
tazzine di caffè”.
La micina
tricolore si accovaccia compiaciuta e aggiunge: “Non autorizzata… robe da
matti”.
El Micio piegò il muso in un largo sorriso "Eh la miseria! Hai proprio dei bei precedenti!".
4) Tre aggettivi per
descrivervi.
“Affettuosa,
atletica e educata” risponde Sansa, e Arya.
“Furtiva,
curiosa e… come si dice? Insomma, io sono una dura, un micio solitario. Una
lonely miao, come dicono Mamma e Papo. Mi piace come definizione”.
5)
Parlateci del vostro padrone e del suo rapporto con voi.
Come sempre
la prima a prendere la parola è Sansa.
“Adoro Papo.
Ci compra da mangiare, ci dà da mangiare, pulisce la lettiera, ci fa le coccole
e i grattini…”
“Ma sì”
conviene Arya. “Anche io gli voglio bene, in fondo. Per “in fondo” intendo che
gli voglio bene dopo Sansa, Mamma, crocche, cibo in genere, pacchetti di
fazzoletti, topolini giocattolo e lettiera.
6)
Il vostro padrone ha scritto una serie di libri. Come mai ha scelto proprio
Torino? Perché proprio il XVIII secolo?
“Sorella,
adesso parlo un po’ io” salta su Arya. “Seguo il lavoro di Papo da quando ha la
fortuna di avermi in casa, quindi so meglio di te come rispondere. I libri di
Papo sono ambientati a Torino perché è la sua città e la ama…”
“Quasi come
ama la Mamma e noi” precisa Sansa. Arya alza gli occhi al cielo e sospira, poi
continua:
“A inizio
1700 ci fu una famosa battaglia a Torino da cui si decise il destino della
città, e sembra che fu qualcosa di davvero grandioso. Da farci un film o almeno
scriverci un libro”.
“Non
dimenticare la magia” suggerisce Sansa.
“La magia,
certo. Torino è una città piena di magia, e noi gatti ce ne intendiamo. Pare
che anche in quella famosa battaglia ci furono episodi non proprio tanto normali…
Bombe che vengono deviate dalla loro traiettoria, il cielo che si oscura in
pieno giorno, cadaveri divorati dai cani, santi che appaiono sulle mura durante
gli scontri…”
7)
Quali sono i personaggi che preferite? E soprattutto perché?
“Il mio
preferito è Gustìn” spiega Arya. “Una spia del Duca di Savoia. Serio, abile nel
suo mestiere, non crede nella superstizione e ce l’ha a morte con i preti.
Cerca sempre una spiegazione logica e non si fa fregare da nessuno. Un vero
lonely miao. Ha un solo difetto”.
La micia
tricolore ci pensa, poi aggiunge:
“Anzi due.
Non è capace di uccidere nessuno. E non è un gatto!”
“Però ne ha
due!” interviene Sansa, con gli occhi adoranti. “Castore e Polluce!”
“Due maschi,
però. Poteva fare di meglio”.
“Sei proprio
incontentabile”.
“E tu non ti
fai mai i fatti tuoi. Rispondi alla domanda di El Micio”.
Sansa torna
a stiracchiarsi e si acciambella paciosamente.
“Il mio
personaggio preferito è Laura, la saponaia di Borgo Dora. E’ una ragazza che mi
assomiglia molto. E’ gentile, educata, servizievole. E non si arrende quando le
cose non le vanno per il verso giusto”.
“Alberto è
un bel fustaccio” osserva Arya. “E’ il cantoniere di Borgo Dora, uno che sta a
metà tra la gente comune e i nobili”.
“Sì, ma se
la tira troppo” sentenzia Sansa, infastidita per l’interruzione.
“Sì, ma è un
fustaccio. Ed è solo un comprimario. Se parliamo di comprimari a me piace
Tommaso Viarengo. E’ uno studioso che la sfortuna ha fatto finire in mezzo alla
strada e a cui Gustìn fa avere una possibilità di tornare utile”.
“Anche Papo
e Mamma ci hanno adottate che eravamo in mezzo a una strada… “ gli occhi di
Sansa prendono un’espressione di puro affetto. Perfino Arya si addolcisce a
quel ricordo.
“E’ vero”
ammette.
Sansa
ricomincia a fuseggiare.
Crr… crr… crr….
E anche Arya
dimostra di esserne capace. A modo suo.
R.
8)
Qual è la sua trama? Quanti libri ha in mente di scrivere?
Ancora Arya
prende la parola:
“Semplice. A
Torino c’è della gente che viene ammazzata in modo un po’ sanguinario (e che sarà
mai? dico io, per un po’ di sangue… ma tant’è) e qualcuno ha paura che sia
colpa del Diavolo. Di mezzo c’è questa guerra che arriva e i generali vogliono
che la gente stia tranquilla, così chiedono a Gustìn di indagare e trovare un
assassino in carne e ossa. Solo che non è così facile, perché tutte le prove
pian piano portano a ben altre conclusioni, perfino per un tipo razionale e
lonely miao come lui. E a quanto pare Laura, l’altra protagonista, ne sa
qualcosa proprio perché vive in mezzo alla gente comune e dà ascolto alle
superstizioni”.
“I libri
sono tre, il numero magico” dice Sansa.
“Certo”
conviene Arya. “Tre come Mamma, Sansa e Arya”
9) Parlateci della Corte Editore dal vostro occhio esterno.
“Non lo
conosco, ma sento quello che di lui dicono Mamma e Papo, e io ascolto sempre
Mamma e Papo” risponde la gattina rossa lanciando alla sorella tricolore un’occhiata
dispettosa.
“Gnegnegne”
le fa il verso quest’ultima. “Allora rispondi tu, che sei tanto brava”.
“Gianni è un
bravissimo editore che crede nel suo lavoro e si impegna tanto per farlo bene”
spiega Sansa. “Ha una grande fiducia e una grande stima verso Papo. Nell’ultimo
Salone del Libro ha fatto un poster alto tre metri con la copertina della Città
delle Streghe!”
“E l’anno
prossimo i libri di Papo saranno anche disponibili per essere ascoltati”
aggiunge Arya, e Sansa aggiunge “E chissà,
forse un giorno anche tradotti in altre lingue!”
“Magari
anche nella nostra!”
“Perché no? Potremmo
fare noi da traduttrici”.
“No problem”
assicura Arya. “Gli correggo il testo già nella sua lingua. Posso farlo anche
nella nostra”.
“Bugiarda! E’
Mamma che gli corregge il testo!”
“E dove non
arriva lei arrivo io. L’importante è tenere d’occhio Papo. Non potrebbe farcela
senza di noi”.
10)
Con i libri brutti, voi fate....?
“Niente”
ammette Arya. “Non rimangono a lungo in casa, i brutti libri. Mamma e Papo, ma
specialmente Mamma, li fanno sparire in fretta. Mamma ha ancora meno pazienza
di me”.
Sansa
annuisce gravemente. “Io comunque ne avrei grande rispetto, come di tutte le
cose di Mamma e Papo”.
Il verso di
Arya, in risposta, sembra qualcosa di simile a una sommessa risata.
"Qualcosa mi dice che nessuno li troverà mai..." dice pensoso El Micio.
11)
Che generi letterari vi piacciono?
“Quelli di Papo” risponde pronta Arya. “Horror, thriller e
romanzi storici. Ha i miei stessi gusti”.
“Io quelli di Mamma” s’intromette Sansa. “Che poi sono più o
meno gli stessi di Papo. Ma noi ci concediamo, ogni tanto, qualche maratona di
romance perché una bella storia romantica è sempre una bella storia romantica.
Solo se è ambientata in un’epoca passata!”.
“E patto che sia ben scritta” ammonisce Arya.
“E patto che sia ben scritta” concorda Sansa. “Su questo non
ci piove”.
"Bene, micette,
il tempo è finito, ma siete state squisitamente deliziose e simpaticissime e
devo dire che il libro del vostro Papo mi intriga. Chissà, magari potrebbe
diventare in futuro un'altra mia recensione!"
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