"I figli della follia" di Vittoria Agostinelli




"Anno 2048. La Terra sembra essere stata catapultata indietro di centinaia d’anni, a causa di una devastante guerra di proporzioni mondiali. I ‘Figli della follia’ sono persone che possiedono poteri soprannaturali, a causa di un’alterazione del DNA provocata dalla guerra. Sull’Europa si affaccia la minaccia di Gabriel Lefèvre, un Figlio della follia vampiro che ha l’obiettivo di assoggettare tutte le nazioni e creare un mondo dominato dai Figli della follia; egli rapisce Demian, un giovane ma potentissimo Figlio della follia che ha il potere di dominare gli elementi, con l’intenzione di usarlo per i propri scopi. Sua sorella Vèra si mette in viaggio per ritrovarlo, insieme a una squadra di soldati guidata da Aaron Eyewolf, un soldato dalle capacità straordinarie con un passato doloroso alle spalle.
Dall’Italia alla Francia, in un futuro che non vi aspettereste, un’avventura che avrà dei risvolti color sangue. Una storia di coraggio, paura e diverse forme d’amore, che non manca di fare una piccola grande critica alla società di oggi".


Vi piacciono gli x-men, il fantasy ma anche i distopici? Questo libro fa al caso vostro. Come potete vedere dalla trama, la storia è un distopico con tinte decisamente fantasy. Come in ogni post apocalittico che si rispetti, gli esseri umani hanno raggiunto il livello ultimate di idiozia, autodistruggendosi. Sospetto fosse colpa del virus imbecillus, molto pericoloso e diffuso nel mondo. Purtroppo in questa realtà il Darwin Awards non ha potuto dare il suo contributo, in quanto gli esseri umani si sono distrutti da soli.

Ciance a parte, analizziamo il famigerato strumento che ha permesso agli imbecillus di raggiungere il loro desiderio inconscio: la Mela. Nome appropriato, oserei dire, visto i grandi problemi mitologici legati a proprio a questo piccolo ed indifeso frutto. Due esempi: la guerra di Troia e la perdita dell' innocenza dell'essere umano.
La Mela pare non essere un'artefatto ad energia nucleare, ciò è stato dimostrato da come abbia solamente colpito la specie umana. L'ambiente è rimasto intatto. Non viene spiegata molto bene l'origine di tale arma e credo sia stata intenzione dell'autrice mantenere tale aura di mistero. Si sa solo che fu inventata dai Giapponesi ed Americani per una probabile terza guerra mondiale. La Mela, il frutto della discordia, nel libro sembra una piaga divina voluta a punire il genere umano per la sua idiozia ed arroganza.

                                         (Il buon vecchio Kubrick aveva già previsto tutto)

Ma come si sa, la vita trova sempre una via d'uscita, ed alcuni esseri umani riescono a salvarsi. La società ritorna quindi ad uno stato simil medioevo a distanza di trent'anni dalla vicenda. L'Italia è ritornata alla monarchia ( o magari lo era anche prima, in fin dei conti questo mondo potrebbe essere benissimo un'ucronia). Non possiamo sapere la struttura geopolitica di tutti gli stati europei, ma sembra che Italia e Francia, i due paesi dove sono ambientati i fatti, abbiano un governo monarchico. La Mela, naturalmente, ha lasciato un'impronta sui sopravvissuti: i mutanti, altrimenti noti come "i figli della follia". Avete presente gli x-men? Esatto, stessa cosa, solo in un'ambientazione fantasy e post apocalittica.

Nonostante la gente viva in una società ritornata al medioevo, gli anziani ricordano ancora con nostalgia l'Era Elettrica. Insomma, indirettamente viene mostrato lo scontro tra nuovo e vecchio, tra il mondo ex moderno ed il mondo nuovo. Avrei però preferito che questo lato fosse più accentuato, dato che sembra un elemento importante per l'ambientazione.


Ora parliamo dei personaggi principali: iniziamo con Damian, dominatore degli elementi. No, ragazzi, non ai livelli di avatar. Damian può dominare solo gli elementi puri ed il suo potere presenta dei limiti. Ad esempio non può manipolare le rocce a meno che non siano dentro il terreno.
Possiamo dire che tutte le vicende ruotano attorno al ragazzo in quanto è la pedina vincente del villain della storia: Gabriel Lefèvre, un mutante-vampiro. Esatto, è il sangue di Damian che il vampiro vuole.
Fin dall'inizio il nostro ragazzo viene rappresentato come un'anima delicata. Siamo ben lontani dall'ideale di "macho" che di solito troviamo nei romanzi fantasy. Sembra soffrire anche di disturbi dell'ansia ed attacchi di panico dovuti ad un trauma infantile. Insomma, Damian è tra i primi antieroi che incontriamo. Eppure, nonostante non rifletta il classico eroe fantasy, è capace di tirare fuori il coraggio per difendere i propri cari.
Ora passiamo a Viktor, il secondo personaggio mio preferito dopo Damian. Viktor è un personaggio complesso, frutto di un'infanzia sofferta,  che ha imparato a voltare le spalle al mondo dopo che quest'ultimo lo emarginò fin dalla tenera età. Il suo potere è quello di volare, non penso sia messo proprio a caso. Il volo è sempre stato sinonimo di libertà. Inizialmente Viktort si unisce a Lefèvre proprio perché crede nell'utopia di creare un mondo di soli mutanti, un posto dove essere sé stessi, senza subire discriminazioni. Sarà il contatto con l'innocenza di Damian a stimolare il lato umano del personaggio, portandolo addirittura a tradire i suoi precedenti ideali pur di salvare il ragazzo.
Aron e Vera sono i personaggi che mi hanno colpito di meno. Aron è però il più interessante dei due, soprattutto per il suo passato. Signori e signore, ringraziamo l'autrice per aver introdotto un tema esistente e poco affrontato: lo stupro a danni degli uomini. Una realtà più frequente di quel che pensiamo, ma che viene oscurata dalla vergogna. Aron è una vittima che tenta di ricostruirsi una vita dopo essere stato venduto ed usato da coloro che dovevano in realtà proteggerlo.
Vera è una dominatrice degli elementi, con poteri inferiori a quelli del fratello. Si dimostra una ragazza di grande empatia e coraggio, però non mi ha catturato nello stesso modo di Viktor e Damian.
Gabriel Lefèvre, il villain. Un'anima tanto folle quanto tormentata. Vuole creare un posto per i mutanti, ma per fare ciò deve prima annientare gli umani normali. Lo considero una persona piuttosto disturbata, soprattutto perché è un individuo che in realtà odia sé stesso, ma riversa questo odio nei confronti dei non-mutati. Ho notato un certo parallelismo con la figura di Dracula, non solo per il ruolo misterioso e quasi macchiavellico, ma pure per la scena d'assalto al suo castello che mi ha riportato al libro di Bram Stoker. Insomma, un nemico piuttosto ben costruito.

In conclusione, "I figli della follia" è un fantasy atipico, in quanto presenta una sorta di "realismo magico", atmosfere gotiche e distopiche, potrei dire a tratti anche supereroistico (per la parte dei mutanti).

INTERVISTA ALL'AUTRICE:


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