Intervista a Julia Sienna della Gainsworth Publishing
Miao, benvenuti a questa puntata speciale ( Notate la mia armatura da cosplayer per l'occasione?). Oggi intervisterò Julia Sienna, autrice della trilogia The Dark Hunt (di cui ho recensito il terzo capitolo qui: https://elmicioracconta.blogspot.com/2017/09/the-dark-hunt-il-tempio-degli-abissi-di.html) e direttrice della casa editrice Gainsworth Publishing. Della casa editrice avevo recensito altri libri come quelli di Diego Tonini e Lorenzo Sartori.
Qua troverete il sito della casa editrice in caso vogliate maggiori informazioni: http://www.gainsworthpublishing.com/
1) "Ciao
Julia, parlaci un po' di te e della Gainsworth Publishing"
Ciao, Micio!
Innanzi tutto, devo ringraziarti per l'opportunità che mi hai regalato con
questa intervista. In seconda battuta, vanno ringraziati anche tutti i poveri
lettori che si sorbiranno questo mio sproloquio. Non sanno ancora a cosa vanno
incontro...
Parlarvi un po' di
me e della Gainsworth, iniziamo con una domanda tosta! Parlarvi della mia casa
editrice è facile, è una vivace realtà editoriale volta a dare spazio alle
nuove penne e alla letteratura fantastica; in pochi anni si sta guadagnando un
posto di tutto rispetto nel cuore dei lettori di Fantasy, il suo genere di
punta, raccogliendo tra le sue schiere autori ben più noti e quotati di me.
Ma di Julia cosa
posso dirvi?
Al contrario della
Gainsworth, non sono particolarmente vivace e socievole, combattiva sì...
vendicativa e incline alla distruzione, figlia del caos e delle tenebre,
signora dei corvi, promotrice di razzie, untrice di disperazione... ok, forse
questo non dovevo dirlo. Bene, quando non sono occupata nei miei malefici
progetti, smembrare manoscritti o a studiare opere d'arte, mi improvviso
narratrice di storie. Sì, “Narratrice di storie” è una definizione che potrebbe
parlarvi adeguatamente di me. Non mi sento ancora una Scrittrice, ma non
rinuncerei per nulla al mondo a raccontare degli altri mondi e dimensioni che
vedo.
2) "The dark hunt: un fantasy post
apocalittico. Perché la
scelta di tale ambientazione?"
Dici bene, The Dark
Hunt nasce proprio con la premessa di essere ambientato in un lontano futuro,
ritornato agli albori della tecnologia, dopo la distruzione della nostra
civiltà. Il motivo di questa scelta è molto semplice, almeno dal mio punto di
vista: non mi sono mai piaciute le ambientazioni in universi/mondi paralleli,
soprattutto quando ammiccano a un medioevo favoleggiante. Con questo non voglio
dire che non le apprezzi da lettrice, ma sono fermamente convinta che siano
davvero pochi gli scrittori in grado di creare un intero mondo veramente
vibrante e credibile. Forse, da un lato, potrebbe sembrare una scelta più
semplice creare un'ambientazione ex novo, ma in realtà le insidie sono
molteplici, in particolare quando ci si vuole rapportare al nostro di mondo.
Dato che adoro la
nostra realtà, le sue contraddizioni e culture, credo che nulla avrebbe potuto
ispirarmi più di questo punto di partenza. Ho apprezzato molto il concetto
post-apocalittico presentato da una determinata branca di fantasy, come quello
proposto da Terry Brooks ad esempio, così come quello fantascientifico, e ho
sentito il bisogno di dare la mia personale visione di questo “futuro” che ci
aspetta.
Il mondo di The
Dark Hunt è quindi il nostro mondo, ma riplasmato e rivivificato dalla Magia
stessa, ritornata a dominare come forza naturale in seguito ai grandi
cataclismi nati da un'ipotetica Terza Guerra Mondiale.
Le razze che
incontriamo non fanno quindi parte di un mondo fantastico e antico (tranne
alcune), ma sono il frutto dell'alterazione magica sul DNA di uomini e animali.
Le società che incontriamo sono più arcaiche delle nostra, o tecnologicamente alternative, ma non c'è una visione peggiorativa del futuro, anzi, senza l'intervento di Draug, la situazione delle Nuove Terre sarebbe anche invidiabile.
Le società che incontriamo sono più arcaiche delle nostra, o tecnologicamente alternative, ma non c'è una visione peggiorativa del futuro, anzi, senza l'intervento di Draug, la situazione delle Nuove Terre sarebbe anche invidiabile.
Insomma, perché non
immaginare un futuro pieno di magia anche per noi? Il post-apocalittico non è
solo terre riarse dal sole e distruzione!
3) "Parlaci
del tuo rapporto con fantasy"
Il mio rapporto con
il fantasy è un rapporto di amore profondo e odio allo stesso tempo. Trovo sia
un dualismo molto interessante e molto propositivo a livello creativo. Mi
spiego meglio: amo il fantasy in quanto è il genere che sin da piccola mi ha
sempre affascinato, emozionato e avvicinato alla scrittura. È il mio mondo e
qualsiasi mondo io desideri (e credo sia così per tutti gli amanti del genere).
Mi ha dato tanto, mi ha fatto sognare, divertire e morire... di ansia e non
solo. Lo odio anche, sì è vero, perché è il genere più bistrattato della
Letteratura Fantastica. Penso siano state partorite tra le più preziose opere
del XX e XXI secolo, così come le peggiori.
Un divertente
ossimoro, vero? Ma è parte stessa del fantasy, bene e male, in ogni senso.
Quindi anche il mio
rapporto non può essere diverso dal previsto: rispetto la trama!
4) " The dark hunt è una sperimentazione di più generi che mutano ad ogni libro,:
fantasy classico, dark fantasy per poi arrivare ad elementi "magic
punk" e distopici. Spiegaci il perché di questa scelta."
La motivazione alla
base di questa scelta, in realtà, è molto semplice: volevo sperimentare una mia
visione del fantasy, usando come strumenti concreti tutti quegli aspetti che
più amo della letteratura fantastica.
The Dark Hunt è il
mio personale omaggio alla storia del fantasy. È stato un rischio, lo so, ma
non c'è nulla di più divertente per me, da autrice, che vedere le facce dei
lettori quando si rendono conto che le premesse poste nel primo libro (il
classico epic) vengono pian piano e inesorabilmente a cadere. Svaniscono in
polvere o forse dovrei dire “in una grandiosa esplosione”?
Come hai
giustamente rilevato, il primo libro rappresenta “l'Inganno” incarnato da
quello che è il fantasy epic classico, la storia insomma, il fantasy arcaico...
anche se a metà libro, ho inserito apposta una netta cesura, separandolo in due
parti: lì inizia il declino delle credenze che ho volutamente instillato nel
lettore e comincia allo stesso tempo la “vera storia”, quella diversa.
Il secondo volume
incarna il Dark Fantasy, un omaggio a quello che è stato il fantasy degli anni
'80 e '90, più cupo e introspettivo, dove le certezze sono ancora vive ma si
fanno labili e sottili dentro un'immensità di sentimenti contrastanti.
L'evoluzione psicologica dei personaggi fa da padrona della scena, possiamo
dire.
Il terzo e ultimo
volume è invece dedicato al fantasy post-2000, dove le certezze non solo
vengono distrutte, ma ribaltate. Si aggiunge mistero, azione e quella
componente thriller che non guasta mai.
Insomma, posso
dirti che mi sono davvero divertita a progettare questa storia “ad alto
rischio”, ma la soddisfazione più grande è stata quella di scoprire che i
lettori hanno deciso di prestarsi al gioco.
5) "Hai
in mente altri progetti, dato che la trilogia è finita?"
Ebbene sì,
molteplici a dire il vero. Forse anche troppi!
A maggio di
quest'anno, per il Salone del Libro, è uscito un nuovo progetto che sto
portando avanti con la mia cara amica Helena Cornell, “Death is not the Worst”
(detto DINTW) un urban fantasy contemporaneo che racchiude in sé tinte gotiche
e dark, sempre edito dalla Gainsworth. I mostri sono i protagonisti di questa
storia di vendetta, ma c'è ampio spazio anche per azione e sentimenti. Il
secondo e ultimo capito uscirà nel 2019.
Oltre a DINTW, sto
lavorando attualmente ad altre storie, alcune in solitaria, altre in compagnia
della mia intrepida Helena.
Insomma di
materiale ce n'è davvero tanto, mi/ci manca solo il tempo!
Un caro abbraccio a
tutti e grazie per avermi seguito fin qui!
Miao, un ringraziamento a Julia per averci dedicato un po' del suo tempo. E voi, miei intrepidi lettori, non siete un po' curiosi di scoprire qualcosa di più sulla Gainsworth? Dite la vostra!
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