Recensione "Ulfhednar War: La guerra dei lupi" di Alessio del Debbio
Buonasera mici ed amici, oggi come ospite della rubrica recensioni abbiamo il libro " Ulfhednar War: La guerra dei lupi" di Alessio del Debbio, pubblicato dal Il Ciliegio Edizioni. Tale libro è collegato a un racconto di Bestie d'Italia volume 2 riguardante la fiera di Milano e l'antologia "Ulfhednar Stories: Sette Storie di Lupi".
Amici da anni, Ascanio, Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per tutti loro. Gli ulfhednar di Odino sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso il comando del branco del Vello d’Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si nasconde un’ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita.
Iniziamo col dire che Alessio Del Debbio non delude mai, le sue storie sono sempre una cartolina d'amore alle figure mitologie e folkloristiche, in particolare legato al folklore lucchese e alla mitologia nordica.
La Guerra Dei Lupi è un'interessante ibridazioni tra i miti degli ulfhednar, la variante lupesca dei berserkr, e il folklore fiorentino. In un certo senso la Toscana è la vera ambientazione principale. L'autore è riuscito ad incastrare in maniera armoniosa eventi storici ed elementi fantastici, creando un interessante worldbuilding.
I maghi si chiamano officianti e assomigliano più a figure sciamaniche oppure ad occultisti, vi è un'interessante tematica sulla xenofobia: quella dei non magici verso gli officianti ma anche quest'ultimi verso altre creature, come i guerrieri lupo.
Ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi: Ascanio e Daniel in primis (si vede che c'è del tenero nascente tra i due), il primo un officiante apprendista dal grande senso della giustizia, il secondo un guerriero lupo che ha perduto il branco, costantemente in lotta con il suo lato animale. Marina, sorella di Daniel, funge un po' da voce della ragione per il fratello e si rivelerà un personaggio importante nella sua vita.
Dominic è un altro personaggio interessante: attuale marito di Aurora (la ex di Ascanio), prova un complesso di inferiorità verso l'officiante pensando che sua moglie sia ancora innamorata di Ascanio. Durante il libro avrà uno sviluppo personale molto marcato, diventando una persona migliore e gestendo in maniera saggia la sua gelosia.
"La Dottoressa", il cui nome rimane al momento misterioso, è un altro personaggio che rimarrà nei cuori dei lettori, soprattutto per la sua spiccata osservazione e le scene tragicomiche.
Markus è il personaggio grigio, assieme a Johanna, che ho apprezzato di più: è un personaggio che compie scelte sbagliate in quanto teme di rimanere da solo, ma alla fine riuscirà a svincolarsi da quella che in termini lupeschi sarebbe un "branco dal comportamento tossico".
Parlando Johanna: xenofoba verso i guerrieri lupo, in quanto pensa che rappresentino la rottura con la natura, non concordo con la sua visione dato che se gli dei nordici rappresentano l'equilibrio contro il caos primordiale degli Jotunn, quello che loro creano farà sempre parte dell'equilibrio. Allora vi chiederete perché è tra i miei personaggi preferiti. Perché è una donna complessa: ha difetti, ha un lato codardo e ipocrita, è molto brava a mentire ma al contempo sa che non può ignorare a lungo un'ingiustizia secolare. Se Ascanio rappresenta gli officianti speranzosi verso un futuro pacifico e l'Antagonista rappresenta il lato estremista e vendicativo dei magici, Johanna è nel mezzo, un'anima ferita, ma non abbastanza da avviare un genocidio.
E dato che l'ho menzionato, non potevo non parlare dell'Antagonista principale (non vi rovinerò la sorpresa del suo nome). Una cosa che accomuna i personaggi negativi di un certo rilievo nelle storie di Del Debbio, è che inizialmente sono stati vittime e poi sono diventati carnefici. Già in Berserkr abbiamo un esempio di come una ninfa d'acqua sia diventata un mostro assassino per il dolore. I personaggi pensano che l'antagonista sia il male incarnato, ma quando entriamo nella sua testa, appare per quel che è: un essere umano. Lui rappresenta un'anima persa, troppo divorata dall'odio per capire l'esistenza di altri sentieri nella vita.
Ho apprezzato anche come Ascanio impieghi capitoli interi per sconfiggerlo, il che è realistico: un mago novizio, senza aiuto, difficilmente sopravviverebbe al primo scontro e anche con il supporto farà un'enorme fatica ad abbatterlo.
Menzione veloce ai figli di Cardea: seppur facciano una breve apparizione nella storia, rappresentano la corruzione dei simboli benefici verso un significato estremista. Cardea era una dea benigna che proteggeva la casa dalle forze oscure ma la sua immagine è usata da un'organizzazione xenofoba che vuole il dominio dei non magici.
Vorrei menzionare solo un lato negativo della storia: la parte iniziale dell'introduzione del mondo dei licantropi l'ho trovata un po' frettolosa se paragonata all'altra metà della storia.
In conclusion, "Ulfhednar War: La guerra dei lupi" è un urban fantasy interessante, che mescola mitologia nordica, ambientazione toscana e worldbuilding originale.
Commenti